Le lampade per la manicure e per il gel alle unghie arrecano danni alla salute? Gli scienziati lanciano l’allarme, ecco cosa si potrebbe rischiare.
È un’abitudine diffusa e consolidata ormai tra moltissime donne quella di effettuare la manicure utilizzando lo smalto semipermanente o il gel, che richiedono poi un passaggio nel cosiddetto ‘fornetto’ a raggi UV che serve a polimerizzare, ovvero indurire e asciugare, lo smalto.
Stiamo parlando di una pratica super diffusa in tutto il mondo, che in alcuni casi, quando si parla di personaggi del mondo dello spettacolo, modelle o estetiste, viene ripetuta anche più volte al mese, ma che ora potrebbe subire un arresto. Gli ultimi studi effettuati sui Raggi UV utilizzati dalla lampada per unghie, infatti, stanno portando alla luce i possibili danni che l’uso prolungato di questo oggetto potrebbe arrecare alla nostra salute. L’allarme lanciato dagli scienziati è molto serio: scopriamo insieme di cosa si tratta.
Le lampade per le unghie provocano danni alla salute? Ecco l’allarme degli scienziati, bisogna fare attenzione!
Anche voi siete abituati a utilizzare la lampada a Raggi UV per far asciugare lo smalto semipermamente o il gel sulle unghie? Ebbene, da oggi potreste decidere di non farlo più, perché lo studio effettuato da un team di ricerca dell’Università della California di San Diego e dell’Università di Pittsburgh ha rivelato che l’utilizzo prolungato di questi Raggi UV potrebbe causare cancro alla pelle e tumori rari alle dita. La decisione di effettuare uno studio sarebbe nata proprio dopo aver letto la notizia di una giovane concorrente a un concorso di bellezza colpita da una malattia rara alla pelle del dito, collegandola poi ad altri casi sempre tra persone che spesso si sottopongono a trattamenti di questo tipo. Sovraesponendo tre tipi di cellule alla luce della lampada per unghie, gli studiosi hanno scoperto che una percentuale importante delle cellule è morta, e si sono verificate poi anche delle mutazioni del DNA e delle disfunzioni mitocondriali.
Il Prof. Ludmil Alexandrov, autore dello studio poi pubblicato su Nature Communications, ha lanciato dunque l’allarme spiegando che in questo caso l’esposizione delle cellule alla luce è stata estrema, ma ha potuto provare che “In primo luogo il DNA viene danneggiato e in secondo luogo parte del danno del DNA non viene riparato nel tempo e porta a mutazioni dopo ogni esposizione. In terzo luogo, l’esposizione può causare disfunzione mitocondriale, che può anche causare mutazioni aggiuntive. Abbiamo, infine, esaminato i pazienti con tumori della pelle e osservato gli stessi modelli di mutazioni osservate nelle cellule irradiate”. Ovviamente prima di poter rendere ufficiali e sicure queste osservazioni ci vorranno altri studi più approfonditi, ma di certo queste prime analisi hanno mostrato i possibili rischi dell’uso prolungato e frequente di questi dispositivi. Un primo campanello d’allarme, dunque, che può certamente essere sottovalutato.
Articolo di Francesca Simonelli