Le App per incontri, come Tinder, possono impattare negativamente sulla privacy degli utenti: attenzione al loro utilizzo.
La progressiva digitalizzazione del mondo moderno ha apportato importanti modifiche strutturali alle connessioni sociali in tutto il mondo.
Non è cambiato quindi solo il modo di comunicare su lavoro, o con le istituzioni: l’avvento dei social network ha ridotto le distanze tra gli utenti, permettendo a chiunque sia dotato di una rete internet di allacciare relazioni anche con sconosciuti.
Anche le App per incontri hanno goduto di una popolarità sempre maggiore: la veloce fruizione dei rapporti, e la possibilità di estendere la propria scelta di partner, d’altronde, rappresenta un’attrattiva allettante. La più famosa tra esse è certamente Tinder, lanciata sul mercato delle App per mobile nel 2012 dalla società IAC/InterActivCorp.
Sebbene Tinder nasca per scopi ludici, e ovviamente romantici, tra gli utenti in rete possono scattare alcune dinamiche malsane. Tali eventualità possono arrivare a minare la reputazione personale dei fruitori, e favorire inoltre fenomeni di discriminazione e bodyshaming.
Tinder nel mirino: ecco i possibili rischi del suo utilizzo
Al di là del rischio intrinseco che comporta la conoscenza di completi sconosciuti, Tinder può essere utilizzata in modo improprio dagli utenti.
La dinamica è piuttosto basilare. Impostando la propria posizione, è possibile visualizzare una lista di iscritti al servizio nei paraggi, contattare le persone di interesse, ed organizzare veri e propri incontri al buio.
Con il tempo, i fruitori del servizio hanno pianificato alcune strategie, volte apparentemente a tutelare gli altri componenti del network. È infatti possibile, su alcuni forum e spazi web dedicati, lasciare le recensioni dei precedenti partner a favore di quelli a venire. Nel migliore dei casi, l’appuntamento può essere descritto in toni sobri e asciutti, e prestare un servizio di pubblica utilità.
Ad esempio, se una frequentazione si rivela rassicurante e piacevole, un utente può valutarla positivamente, alzando l’indice di gradimento del soggetto. Tali recensioni possono dunque scongiurare il rischio di molestie, che possono talvolta sfociare in vere e proprie violenze. In altri casi, però, possono scattare dinamiche vendicative, oppure orientate a demolire l’aspetto fisico e le prestazioni sessuali dei precedenti partner, svilendoli pubblicamente in rete.
Secondo l’esperta di relazioni Julie Spina: “La parte più preziosa degli appuntamenti online è che ci sono strumenti digitali per aiutarti a trovare informazioni sul tuo ‘date’…“. Il rischio, però, è quello di scadere in velenosi commenti gratuiti, che possono infiammare l’odio in rete nei confronti di un utente bersaglio. Come sempre, anche sul web l’educazione, l’etica e il rispetto per il prossimo restano in prima linea per una pacifica convivenza. Nessun strumento tecnologico è, di base, benefico o deleterio: occorre solamente buon senso e obiettività, come sempre nelle relazioni con il prossimo.