L’uomo ragno è una figura straordinaria e amatissima, ma conosci davvero la sua storia? I suoi mille volti lo raccontano in un modo che non puoi nemmeno immaginare.
Immaginate di dover donare al mondo un nuovo brand, una nuova idea, qualcosa che nessuno ha mai mostrato prima. E allora vi dedicate al vostro progetto. E pensate, pensate, pensate ancora. E come dimenticare “Hanno ucciso l’uomo ragno” degli 883.
Realizzate di voler creare il vostro brand attorno ad un adolescente pieno di ormoni ed anche un po’ sfigato con tutte le capacità di un vero e proprio ragno: folle, vero? Assurdo, no? Beh, come si dice: “La follia è parte di noi”.
Ed è stata senz’altro parte della Marvel quando nel 1962 decise di dare vita ad uno dei supereroi più iconici e rappresentativi dell’intera storia fumettistica internazionale. Una personalità che ha saputo trasmettere qualcosa di decisamente diverso rispetto al passato, donandogli caratteristiche impareggiabili.
Ma sei davvero sicuro di conoscerlo? Spider-Man ha una storia vasta e tante facce, che sicuramente ti sorprenderanno: a cominciare dalla sua nascita che combacia con il suo primo volto, quello che ha dato origine alla sua leggenda.
L’Uomo Ragno, il supereroe di tutti | 1962, nascita di un mito
Uomo ragno, o Spider-Man se preferite. L’alter ego di Peter Parker, fu creato dal geniale scrittore Stan Lee e dal disegnatore Steve Ditko nel 1962. All’inizio della sua ragnesca avventura, l’arrampicamuri forse era stato sottovalutato pure dai suoi creatori.
Gli venne infatti dedicata una piccola storia, che però riscosse un successo tale da convincere la Marvel a creare una rivista l’anno successivo: The amazing Spider-Man. Quest’ultima, viene ancora oggi abitualmente pubblicata.
Adesso è uno dei supereroi più popolari di sempre, e non solo nel mondo dei fumetti; gli sono stati dedicati film, cartoni animati e pure videogiochi. Una storia incredibile, possiamo dire. Già, ma di che storia stiamo parlando?
Spider-Man, la sua (vera) storia: cosa non sai del supereroe
Peter Parker, uno studente qualunque. Anzi, meno di chiunque. Sfigato, vittima di costante bullismo, nerd, timido, magrissimo. Ha tutte le caratteristiche di una persona poco appetibile, per così dire, fra gli adolescenti.
E così è, almeno fino a quando non viene morso da un ragno geneticamente modificato, che gli dona caratteristiche di un ragno…umano. Peter può saltare, arrampicarsi, ha un senso di ragno che lo avverte di pericoli imminenti e un equilibrio impressionante.
Non può lanciare ragnatele, a differenza di quanto si vede nella trilogia di successo del regista Sam Raimi, ma ad ogni modo inventa un liquido appiccicoso e molto resistente, che è molto simile alla tela di un ragno.
Diventa un vero e proprio supereroe solamente dopo la morte di suo Zio Ben, assassinato da un ladro che Spidey si era rifiutato di catturare – prima si guadagnava da vivere facendo l’acrobata.
Errore madornale, che gli portò via una delle due persone più preziose per lui (insieme alla moglie May, dopo la morte dei suoi genitori – uccisi in Algeria per mano di una organizzazione spionistica e criminale – Ben lo adottò e lo fece praticamente suo figlio).
Dopo la morte di suo zio, Peter vive con May studiando all’università e facendo il fotografo al Daily Bugle…su sé stesso. Scatta infatti foto di Spider-Man. Divertente sottolineare che uno dei suoi bulli, Flash Thompson, è un grandissimo fan dell’arrampicaumuri, ovvero Peter.
Tornando al nostro protagonista, è proprio all’università che conosce due figure fondamentali: Harry Osborn e Gwen Stacy. Il primo è il suo migliore amico; ragazzo complessato, paranoico e insicuro.
La ragazza, invece, affascinante e dal carattere forte, rappresenterà il primo grande amore di Spidey. A dire il vero, c’è un altro personaggio che merita moltissime attenzioni, quello di Mary Jane Watson, ma ne parleremo fra poco.
Tornando al fulcro della trama, Peter è un supereroe e come tale combatte tantissimi pericolosi nemici. In tal senso, la sua nemesi è raffigurata da Goblin: il padre di Harry, nonché l’unico a conoscere l’identità segreta di Peter fra i suoi nemici.
Certo, ce ne sono stati tanti di cattivi tosti (il Dottor Octopus e l’uomo sabbia, ad esempio) ma nessuno raggiunge Osborn per furbizia, cinismo e terrificante crudeltà. E qui torniamo a Mary Jane. Perché? Perché Harry inizia a drogarsi, dalla disperazione di non essere amato dalla ragazza.
E così Norman trova nell’uomo ragno il capro espiatorio che stava maledettamente cercando; rapisce Gwen Stacy, compagna di Peter, uccidendola a sangue freddo, nonostante l’inutile tentativo di evitare la tragedia da parte dell’eroe.
Di lì a poco, muore anche Goblin dopo l’ennesimo duro scontro con Spider-Man, in una vicenda che segna l’eroe profondamente.
Alla fine di tutto questo ed altre mille battaglie, Parker si laurea e si lega alla bella Mary Jane. Affrontando nemici, combattendo con sé stesso e con il suo drammatico passato. Perché l’uomo ragno è molto più di un supereroe come gli altri.
Spider-Man, l’imperfetta ricerca di essere migliori: le nostre prime conclusioni
Leggendo tutto questo, lo avrete capito. Non è, quella di Spider-Man, una storia banale. Non per ragazzini, o almeno non solo. Le tematiche pesano come un macigno, i riferimenti alla guerra del Vietnam, il fenomeno della droga, dell’inquinamento e tanto altro pure. Problemi sociali, problemi umani.
L’uomo ragno colpisce dritto in faccia, con un cazzotto ben assestato che farebbe uscire il sangue pure a Mike Tyson. Ma sa anche accarezzare il lettore che gliene dà una possibilità. Perché alla tragedia di Gwen si abbina perfettamente l’amore per zia May e Mary Jane.
“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, un concetto che Peter si porta dietro per tutta la vita. L’uomo ragno cosa ci insegna, arrivati fino a qui? Ci insegna, più di molti altri supereroi targati Marvel e non solo, che è umano.
E quindi fragile, imperfetto. Sbaglia come noi e più di noi. Non è la perfezione che lo ha reso unico, ci sentiamo di dire. Semplicemente perché non lo è. Ma, dicevamo, ciò che lo rende unico è la continua volontà di essere migliore di se stesso.
Il che non lo porta a battere Goblin, né nessun altro: ma, molto semplicemente, a tentare con tutte le sue forze di impedire che quanto fatto a zio Ben, Gwen e molti altri, si ripeta. Ma purtroppo si ripete. Continuamente.
Ripetutamente. Per colpa di Spider-Man? No, perché è la vita, e la vita va così. La non accettazione di questo, il senso di colpa e la rabbia di non aver salvato una sola vita innocente in più lo rende inerme verso sé stesso e i suoi valori. A tal punto che spesso riflette sul fatto di avere persone al suo fianco da amare e che possano amarlo.
E proprio per questo è un eroe più puro e speciale di altri. Non più forte, non perfetto, non migliore. Ma unico. Perché imperfetto e perché…umano.