L’amatissimo attore si è raccontato durante un’intervista. Le sue parole lasciano senza fiato: Can Yaman lo rivela davanti a tutti
Attore dal fascino innegabile, Can Yaman negli ultimi anni si è fatto conoscere non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua profondità e intelligenza. La sua infanzia non è stata molto facile, eppure grazie alla tenacia e l’impegno gli stanno consentendo di costruirsi una carriera invidiabile. Tra pochissimo, infatti, sarà su Canale5 con Viola come il Mare.
Nel corso di un’intervista, però, si è rivelato in un lato personale che non aveva mai raccontato. Le sue parole sono lame per i suoi fan, la verità è toccante e faticosa.
Can Yaman non lo nega: “Mi sento una nullità”
Nato ad Istanbul, la fortuna di Can Yaman è quella di aver avuto due genitori che hanno sempre insistito molto sulla formazione e sull’importanza dell’istruzione. A quattordici anni, infatti, si è iscritto al liceo scientifico italiano di Istanbul, dove fin da subito si è distinto come uno degli alunni più promettenti ed in seguito si è laureato in Giurisprudenza, diventando avvocato. Grazie alle sue origini e agli studi fatti, oggi Can Yaman parla fluentemente cinque lingue: turco, italiano, inglese, tedesco e spagnolo.
Il suo fascino e la sua cultura gli hanno consentito di sfondare anche in un altro mondo, rispetto a quello della legge: il cinema. In Italia, infatti, si sta imponendo come uno dei volti più apprezzati, soprattutto delle fiction. In coppia con Francesca Chillemi, tra poco sbarcherà anche su Canale5 con “Viola come il Mare”, un’attesissima serie tv che già si preannuncia un successo.
Nel corso di sabato 17 settembre, i due attori sono stati ospiti di Silvia Toffanin a Verissimo, dove si sono raccontati nelle proprie vite e carriere. Can Yaman ha brevemente raccontato della propria vita, per poi consentire alla conduttrice di leggere una lettera scritta a sua nonna quando aveva sedici anni. Quindi, Silvia Toffanin ha letto delle parole molto pesanti: “Mi sento una nullità, mi sento intrappolato come un topo” si sente leggere, con un Can Yaman visibilmente commosso.
Poche righe dopo, però, la promessa alla nonna che avrebbe raggiunto il suo sogno e si sarebbe realizzato: sarebbe diventato qualcuno di importante. “Ero affamato di conoscenza” ha rivelato, parlando di quel periodo come un momento di fatica ma anche di grande crescita.