Il dolore allo sterno può essere sintomatico di una patologia da trattare con tempestività: occhio agli altri sintomi rivelatori.
I dolori acuti a carico dello sterno possono essere fenomeni passeggeri e legati a posture sbagliate o a colpi improvvisi. Se però tale fitte persistono con l’andare del tempo, è il caso di rivolgersi ad uno specialista. Il dolore allo sterno, infatti, può segnalare l’insorgenza dell’esofagite, processo infiammatorio a carico dell’esofago.
Esofagite e dolore allo sterno: ecco quando appellarsi al medico
L’esofagite si configura come un’infiammazione dell’esofago, ed è comunemente caratterizzata dal reflusso gastrico. I succhi impiegati nella digestione del cibo ingerito risalgono nelle pareti dell’esofago, provocando una spiacevole sensazione di bruciore. Tale condizione può essere causata anche dall’ingestione di cibi particolarmente caustici (acidi o piccanti), e in tal caso l’esofagite ha natura erosiva.
I sintomi più comunemente ravvisati sono: abbassamento della voce, dolore sternale, bruciori di stomaco, nausea, raucedine e fitte alla parte alta dell’addome. Altri segnali più rari possono configurarsi in feci scure, anoressia, emorragia gastrointestinale, sangue nella saliva e vomito. Se non trattata adeguatamente, l’esofagite può provocare la crescita di tessuti anomali nell’esofago, e modificazioni strutturali dello stesso. Per questa ragione è necessario contattare tempestivamente uno specialista, in grado di stilare la terapia adatta al nostro quadro clinico.
Gli esami comunemente prescritti sono la radiografia al bario, tramite la quale un mezzo di contrasto evidenzierà eventuali stenosi esofagee ed ernie. Un altro modo per verificare lo stato di salute dell’esofago è certamente l’esame endoscopico. Tale procedura prevede l’inserimento di una sottile sonda all’interno della gola, tramite la quale scandagliare lo stato di salute delle mucose di gola ed esofago. Per quanto spiacevole e invasivo, tale esame risulta essere il più completo e affidabile in circolazione.
Per scongiurare il rischio di esofagite, possiamo apportare alcune modifiche alla nostra dieta abituale. È necessario aumentare il numero di pasti quotidiani, evitando le abbuffate e nutrendo l’organismo a intervalli regolari. In questo caso, l’aumento delle portate coinciderà con una diminuzione delle razioni, in modo da compensare l’apporto calorico. Cerchiamo inoltre di prediligere cibi più digeribili, eliminando ad esempio il latte intero e i formaggi grassi. Ormai in commercio esistono molti alimenti sostitutivi e parimenti nutrienti, che ci permetteranno una digestione più agevole e una minore assunzione di calorie, senza però rinunciare al gusto!