Attenzione: se soffrite frequentemente di naso chiuso, potrebbe essere un atto un’infezione del tutto inaspettata.
Un semplice raffreddore può essere la causa primaria del naso chiuso e di ripetuti e fastidiosi starnuti, specialmente durante i cambi di stagione. Gli sbalzi di temperatura, infatti, possono provocare questo fenomeno passeggero, solitamente destinato a scomparire nel giro di qualche ora.
Se però tale disturbo si presenta come ricorrente e invalidante, occorre risalire alla causa primaria: potrebbe infatti trattarsi di rinite allergica, una patologia che necessita di un appropriato trattamento. Ecco cosa sapere, e come individuarla correttamente.
Naso chiuso e rinite allergica: ecco quando ricorrere all’intervento del medico
La rinite allergica è una condizione clinica piuttosto comune, ed è legata all’eccessiva risposta immunitaria dell’organismo in seguito all’esposizione ad alcuni allergeni. Che si tratti di pollini, acari o peli animali, il corpo reagisce con un’immediato bombardamento di istamina, e tale sostanza ha un effetto irritante sulle mucose del naso e delle vie aeree.
I sintomi più comunemente ravvisabili sono: naso chiuso, starnuti a ripetizione, prurito ed eccessiva produzione di muco. È inoltre nota una familiarità di tipo ereditario: spesso i genitori dei soggetti allergici soffrono a loro volta dei sintomi descritti. La rinite può avere anche origini non di tipo allergico, ma insorgere in seguito all‘infezione da raffreddore, ipersensibilità dei vasi sanguigni nasali, ed eccessivo impiego di decongestionanti locali. Per quanto i sintomi della rinite allergica si presentino generalmente in forma lieve, in alcuni casi la patologia può condurre a conseguenze assai più severe.
Possiamo infatti riscontrare raramente complicazioni quali polipi all’interno della mucosa e dei seni nasali, sinusite e otite media, patologia dolorosa che colpisce la zona dietro al timpano. La rinite allergica può inoltre originare difficoltà respiratorie e complicazioni degli stati d’asma, unitamente ad un senso localizzato di oppressione al petto. In caso di dubbio è sempre consigliabile effettuare gli appropriati test allergici, in modo da stabilire l’origine e l’entità della malattia.
I metodi più comunemente impiegati per la diagnosi sono i prick-test, semplici patch cutanei applicati sull’avambraccio, o le più complete analisi del sangue. Queste ultime permettono di analizzare in modo esaustivo i livelli di immunoglobuline presenti nel sangue in risposta agli allergeni sospetti. Una volta identificata la sostanza responsabile dell’allergia, possiamo cercare di evitare il contatto con essa il più possibile, minimizzando il rischio di sistematiche ricadute.