Se consumi acqua dalla pratica bottiglia di plastica, presta molta attenzione alla sua conservazione: può celare delle insidie per il tuo benessere.
L’acqua è un bene essenziale per un corretto metabolismo energetico ed un’adeguata idratazione corporea. Specialmente durante i soffocanti mesi estivi, diventa prioritario assicurarsi di avere sempre a disposizione questa vitale risorsa: ecco che si moltiplica l’utilizzo del pratico formato delle bottiglie in plastica. Versatili e facilmente trasportabili, i contenitori d’acqua in plastica possono in realtà contenere contaminazioni potenzialmente pericolose: vediamo quali.
Acqua in bottiglia: ecco tutto quello che c’è da sapere
Nella maggioranza dei casi, le bottiglie di acqua in commercio sono in polietilene tereftalato (PET), una materia plastica utilizzata per gli alimenti, in quanto praticamente atossica per l’essere umano. I consumatori, però, spesso ignorano le indicazioni vergate sull’etichetta, e commettono errori grossolani e piuttosto rischiosi. Avete mai letto, infatti, la dicitura: “Conservare in un luogo fresco, asciutto, pulito e senza odori, al riparo dalla luce solare e da fonti di calore“?
Tale avvertenza viene sistematicamente impressa alle bottiglie in plastica per un motivo ben preciso: temperature eccessivamente elevate possono infatti sviluppare il rischio di contaminazioni potenzialmente tossiche. Le materie plastiche più frequentemente riscontrate sono, nello specifico: polipropilene (PP), polietilene (PE), poliuretano (PU) e polietilene tereftalato (PET). Queste microscopiche particelle, inoltre, possono favorire la proliferazione di antimonio nell’acqua regolarmente consumata. Questa sostanza è stata classificata come potenzialmente cancerogena dall’IARC, e si riferisce a bottiglie esposte a temperature tra i 24° e i 50°.
Alternative all’acqua in bottiglia
Come difendersi dunque da potenziali contaminazioni nocive per la salute? Innanzitutto possiamo puntare su una scelta eco-friendly e volta al risparmio, orientando il nostro consumo verso le bottiglie di acqua in vetro. Nella quasi totalità dei casi, i fornitori incaricati alla consegna ritireranno regolarmente i vuoti a rendere, minimizzando il quantitativo di spazzatura prodotta, ed evitandoci gravosi spostamenti dal supermercato a casa.
Possiamo altresì installare un filtro ai rubinetti di casa, e consumare a cuor leggero l’acqua ad uso domestico per dissetarci. In alternativa, esistono anche pratiche caraffe filtranti, che esauriscono il loro compito dopo svariate settimane. Al termine del ciclo, dovrete solamente sostituire il filtro della caraffa, e godere di acqua sanificata e depurata.