L’Oki è uno dei medicinali a più largo consumo. Attenzione, però: questo farmaco ha diverse controindicazioni, anche di grave entità.
Quanti di noi hanno una scorta ben nutrita di Oki nel cassetto dei medicinali o in borsa? Spesso può succedere di incorrere in malesseri improvvisi, e questo farmaco è in grado di lenire velocemente il dolore. Il suo principio attivo è il ketoprofene, appartenente alla famiglia dei FANS, i farmaci antinfiammatori non steroidei. Derivante dalla sintetizzazione dell’acido propionico, il ketoprofene rientra spesso nei farmaci da banco, ed è perciò acquistabile senza esibire ricetta medica.
Presente sul mercato in diverse formulazioni, Oki è sicuramente un rimedio salva-vita nei casi di dolore acuto: vediamo quando assumerlo, e quando evitare assolutamente il suo impiego.
Oki: alleato insostituibile o farmaco da evitare?
Il ketoprofene si assume spesso in caso di febbre, dolori localizzati, dolori mestruali, infiammazioni acute e dolori post-operatori. Inoltre, è efficace anche per combattere il mal di testa, il dolore ai denti e lenisce il malessere da artrite reumatoide. Esso inibisce la sintesi delle prostaglandine, e blocca la distribuzione di bradichinina, sostanza rilasciata durante il processo infiammatorio, in grado di attivare i recettori periferici del dolore.
Come ogni farmaco, però, anche Oki può produrre nell’organismo effetti collaterali nocivi, come ad esempio nausea, dolori addominali, stipsi, vomito e gastrite. Può inoltre danneggiare le pareti dello stomaco, intestino o esofago, provocando ulcera paptica e colite. Spesso l’impiego di Oki è associato anche a episodi di sonnolenza, cefalea e vertigini, e può condurre allo sviluppo di reazioni allergiche anche ritardate.
Le conseguenze più severe, però sembrano riguardare le interazioni con eventuali gravidanze, e il successivo allattamento del neonato. Il ketoprofene è infatti sconsigliato durante tutto l’arco della gestazione, in quanto è in grado di interferire con lo sviluppo embrionale, e successivamente fetale. L’abuso incontrollato di tale farmaco può aumentare inoltre il rischio di aborto spontaneo e di malformazioni del nascituro, anche in forme gravi. Non solo: può avere anche risvolti negativi sulla fertilità femminile: nel caso si stia ricercando una gravidanza, è altamente sconsigliato l’uso di Oki e di farmaci equivalenti. Precisiamo che, onde evitare eventuali interazioni nocive, è sempre buona norma confrontarsi con la propria ginecologa di fiducia, che potrà effettuare una valutazione specialistica del rapporto rischi-benefici, e consigliarci così al meglio.