Caos nello studio di Veronica Gentili: un ospite di “Controcorrente” scatena il putiferio in diretta.
Nelle ultime settimane tutti i talk-show e programmi di intrattenimento dedicano ampio spazio al conflitto tra Russia ed Ucraina, nonché alla grave crisi umanitaria che ruota attorno alle offensive. “Controcorrente” non si discosta dal trend, ed esplora spesso le ultime notizie di attualità legate alla situazione in est-Europa. La conduttrice Veronica Gentili ha ospitato nell’ultima puntata diverse personalità, e l’intervento dello storico Franco Cardini ha lasciato sgomento il pubblico del programma.
Andrea Romano, provocatorio esponente del PD, ha sciorinato nello studio di “Controcorrente” una serie di ipotesi sull’andamento del conflitto e sulle mosse del Presidente Zelenskyj. Franco Cardini, saggista e storico specializzato nel Medioevo, lo ha preso in contropiede, intervenendo in collegamento con lo studio.
“Lei ha fatto un’operazione storicamente interessante“, ha esordito, rivolgendosi ad Andrea Romano, “Lei ha fatto delle ipotesi al condizionale: Putin avrebbe fatto questo, Putin avrebbe fatto quest’altro… Ne voglio fare una anche io. Putin non fa il discorso del 24 febbraio, Putin tace. Sa che cos’avrebbe potuto accadere, di lì a pochi giorni o a poche ore? Zelenskyj entra nell’Unione Europea – sto parlando al condizionale: è una fiaba -, immediatamente entrava nella NATO. Immediatamente i missili a testata nucleare, a gittata superiore dei 3000 km venivano piazzati, e immediatamente la popolarità di Putin aveva un crollo verticale!“.
Veronica Gentili si è allora inserita nel soliloquio, pregandolo di sintetizzare a di arrivare al punto. Cardini ha allora ripreso: “Il capo del nostro schieramento, il capo della NATO, cioè il Presidente Biden, vuole fare la guerra alla Russia, perché la NATO vuole fare la guerra alla Russia!“. Ecco il video dell’animato intervento:
L’asse atlantico è assai compatto nel condannare l’invasione dell’armata rossa in terra ucraina ma, secondo l’accreditato storico, troppi interessi economici fioriscono nel sottobosco del conflitto. Si rende perciò necessaria una doverosa riflessione a ritroso sulle responsabilità civili e belliche di ogni singolo Stato coinvolto, anche di riflesso, nel conflitto.
Negli scorsi giorni è trapelata anche la notizia che l’Italia starebbe contribuendo concretamente a rifornire l’esercito ucraino di armi. I lavoratori dell’aeroporto di Pisa hanno infatti scoperto un presunto carico di aiuti umanitari, contenere invece armi destinate alla resistenza. Davanti a tale evidenza, i lavoratori si sono rifiutati di far partire il cargo. Maggiore è il coinvolgimento del Belpaese nel conflitto, maggiori infatti potrebbero essere i rischi connessi agli interventi contro il colosso russo. L’interessante dibattito proseguirà nelle prossime puntate di “Controcorrente“?
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