Limite pagamenti contanti di 1000 euro, perché è scesa la soglia e in quali casi sono previste deroghe: tutte le informazioni
Come previsto dalla Legge di Bilancio del 2020 (scritta dal secondo governo guidato da Giuseppe Conte), dal 1 gennaio 2022 la soglia dei pagamenti in contanti è calata da 2000 a 1000 euro (999,99 per la precisione).
Proviamo a capire vari aspetti della norma ora in corso per non incorrere in errore ed evitare sanzioni. Innazitutto da chiarire cosa si può fare con il proprio conte corrente: è consentito versare o prelevare più di 1000 euro perché in questo caso non si tratta di una transazione che coivolge diversi soggetti.
È possile anche pagare in contanti il lavoro autonomo occasionale come ad esempio i collaboratori domestici che ovviamente hanno firmato un regolare contratto, oppure per la pubblica amministrazione.
L’abbassamento graduale (il 1 luglio 2020 la soglia era fissata a 2000 euro) ha sempre il solito obiettivo di ridurre l’uso e la circolazione dei contanti nell’ambito della lotta all’evasione fiscale e all’incentivazione dei pagamenti elettronici e quindi tracciabili. Va in questo senso, ad esempio, la Lotteria degli scontrini e gli incentivi alle imprese che utilizzano il Pos.
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Limite pagamenti contanti di 1000 euro, chi può farlo
Il divieto oltre i 999,99 euro è previsto anche per donazioni e prestiti tra parenti. C’è invece il via libera ai pagamenti misti con la cifra in contante inferiore alla soglia e il resto tracciabile.
Per evitare tentativi di aggirare la legge da parte di furbetti, è vietato effettuare operazioni frazionate di importi pari o superiore ai limiti di 1000 euro in diversi momenti nell’arco di 7 giorni.
Per quanto riguarda le sanzioni, si rischia una multa dai 1000 ai 5000 euro, sia per chi paga sia per chi riceve. Punita anche l’omessa segnalazione con una mano ancora più pesante, dai 3000 ai 15000 euro.
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È diversa la soglia per gli stranieri in Italia come i turisti. C’è una deroga prevista dalla legge 44 del 2012) che fissa l limite a 15 mila euro. In questo caso il venditore ha l’obbligo di comunicare all’agenzia delle Entrate l’applicazione della legge 24 ore entro il deposito.