Le proteste in Kazakistan hanno avuto un risvolto tragico: 26 sono le persone rimaste uccise durante gli scontri con le forze di polizia Kazake.
26 manifestanti sono stati uccisi dalle forze Kazake durante gli scontri, oltre 3000 sono invece state arrestate. È questo il bilancio riportato dallo stesso ministero degli interni del Kazakistan, che ha definito i fatti come “operazione anti-terrorismo”. Altre 18 persone sono state ferite.
Le autorità kazake hanno nelle scorse ore, come spiega Rai News, comunicato ai media la morte di 18 agenti della polizia. Inoltre, spiega il governo, sono stati creati “70 posti di blocco”. L’esecutivo del Kazakistan con il suo presidente Kasym Jomart Tokayev.
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Il presidente kazako ha nelle ultime ore affermato che l’ordine nel paese è tornato dopo l’intervento da parte delle autorità kazake. Operazioni che hanno molte chiavi di lettura assimilabili ad una repressione.
“Le forze dell’ordine stanno lavorando duramente. L’ordine costituzionale è stato per lo più ripristinato in tutte le regioni” ha dichiarato il presidente kazako che ha affermato anche che le operazioni proseguiranno fino al pieno ordine.
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Con l’arrivo delle forze russe lo schieramento è ben chiaro. Anche gli Stati Uniti hanno alzato la voce, annunciando che sorveglieranno gli eventuali abusi. Sono state avanguardie delle forze dei Paesi del Trattato collettivo di sicurezza (Csto) ad intervenire su chiamata del presidente Tokayev. Infatti, il presidente kazako rimane fermo sulla convinzione che si tratti di un attacco terroristico esterno.
Il presidente al momento respinge ogni voce su una possibile mediazione, questo descrive perfettamente la polarizzazione attualmente presente sul territorio kazako. Gli Usa sembrano ben vigili sulla questione, come ha dichiarato lo stesso portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, annunciando che “Gli Stati Uniti e il mondo intero monitorano tutte le eventuali violazioni dei diritti umani – mette in evidenza Price – E sorvegliamo anche eventuali azioni che possano gettare le basi per una presa di controllo delle istituzioni del Kazakhstan”.