Finisce con un contenzioso legale la bella storia artistica dei Matia Bazar, ecco cosa è successo tra Carlo Marrale, Silvia Mezzanotte e Fabio Perversi.
La lunga e gloriosa storia del gruppo genovese finisce tra accuse, ripicche e carte bollate
C’erano una volta i Matia Bazar, storico gruppo pop rock italiano, nato a Genova nel 1975 e vincitore di due edizioni del Festival di Sanremo nel 1978 e nel 2002.
—>>> Ti potrebbe interessare anche: Silvia Mezzanotte, chi è la cantante: i Matia Bazar e la carriera solista
C’era una volta perchè nonostante il gruppo sia ancora in attività il litigio, con tanto di carte bollate, tra uno dei fondatori ed il licenziatario del nome della band, ha amareggiato e non poco i tantissimi fan allontanandone diversi dalle opere attuali del gruppo.
Matia Bazar, finisce a carte bollate lo scontro tra Marrale e Perversi
Un breve riepilogo della storia. Il gruppo nasce a Genova nel 1975 fondato da Antonella Ruggero, Carlo Marrale, Aldo Stellita, Pierangelo Cassano e Giancarlo Golzi. Negli anni la formazione cambia più volte. La prima ad uscire è la front woman Ruggero seguita nell’ordine da Marrale, Stellita e Cassano (poi rientrato per un breve periodo).
Nel 2015 arriva, improvvisa, la morte di Giancarlo Golzi il quale lascia in eredità al tastierista Fabio Perversi, entrato nel 1999 ed attuale leader del gruppo la gestione del marchio.
E proprio sul marchio si scatena un contenzioso. Nel periodo 2020-2021 Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte, la voce del gruppo dal 1999 al 2004 e dal 2010 al 2016, organizzano una tournee dal titolo La Nostra Storia nei Matia Bazar.
—>>> Leggi anche: Matia Bazar, 45 anni di carriera: chi è Luna Dragonieri, nuova cantante
E su questo si scatena la rabbia di Perversi che prima scrive sui social un attaco durissimo, “E’ una cover band”, poi adisce alle vie legali.
Ad ottobre 2021, scrive sui social network il leader attuale del gruppo, arriva il pronunciamento del giudice che definisce la brochure dello spettacolo di Marrale e Mezzanotte una contraffazione del marchio.
Il duo, come si evince dall’account instagram della cantante, hanno leggermente modificato il testo ma non eliminato il nome del gruppo dalla campagna di comunicazione. La vicenda sembra ancora non risolta in maniera definitiva.