Matilde Gioli a sedici anni ha rischiato di non muoversi più. Il lutto per il padre: “Lo chiamo ancora, faccio cose strane”
Matilde Gioli con i suoi occhioni chiari ha conquistato il pubblico italiano. L’attrice, nata a Milano nel 1982, negli ultimi anni si è fatta apprezzare sempre di più.
Talento ed eleganza, dietro quel viso con il quale può interpretare vari ruoli nasconde molta tristezza e tanta sofferenza. La scomparsa del padre – avvenuta prima che diventasse famosa – è un’assenza pesante che ancora oggi condiziona la sua vita.
E poi quell’incidente subito quando aveva 16 anni che l’ha costretta per molto tempo a letto e l’ha fatta rischiare la paralisi. Negli ultimi mesi è stata tra le protagoniste del serie Rai che ha riscosso molto successo, Doc – nelle tue mani, e per l’occasione in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha parlato del genitore, “cose strane” che fa: “lo chiamo al telefono, mi chiedo dove diavolo sia”, disse.
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Matilde Gioli, la carriera cominciata per caso
La si potrebbe chiamare Cavaliere visto che è il titolo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarelle le ha conferito per aver partecipato come madrina alla celebrazione del giorno della donna l’8 marzo 2021.
Gioli, invece, è un nome che usa solo nella professione. È il cognome della madre e all’anagrafe si chiama Lojacono. Non avrebbe mai pensato a un nome d’arte, disse, ma il suggerimento arrivò direttamente dal regista Paolo Virzì che lo diede alla madre quando andò a trovare la figlia sul set de Il capitale umano.
L’attrice ha ammesso che il suo percorso è cominciato per caso e non per volontà e che ha ancora tanto da imparare. Lo studio, sostiene, è fondamentale, serve avere una cultura cinematografica, temi sui quali “devo ancora progradire”, ha detto al corriere.
Ha cominciato a recitare casualmente. Un giorno stava accompagnando il fratello a minibasket. In quello stesso posto si tenevano i provini del film di Virzì Il capitale umano. Così ha avuto inizio la sua storia nel e per il cinema.
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Ma Matilde sa adattarsi e dopo la brutta esperienza passata riesce a superare tutto. Aveva sedici anni quando in Inghilterra un ragazzo che si tuffà in piscina da cinque metri le pimbò addosso: 5 fratture vertebrali e un trauma cranico, due mesi a letto e un anno con un busto di ferro. Ha rischiato la sedia a rotelle per sempre, ma ha trovato una nuova vita.