Questa sera su Rai 3 il film opera Rigoletto al Circo Massimo a cura di Damiano Michieletto, seguito poi dal documentario di Enrico Parenti che ripercorre lo sviluppo dello spettacolo.
La prima serata di Rai 3 di oggi, giovedì 30 dicembre, è interamente dedicata a Giuseppe Verdi: in programma alle 21:20 il film opera Rigoletto al Circo Massimo di Damiano Michieletto, e a seguire, alle 23:50, il documentario di Enrico Parenti intitolato Rigoletto 2020. Nascita di uno spettacolo, che ne svela la genesi.
Il lavoro di Michieletto ripercorre in chiave filmica il famosissimo capolavoro verdiano, a ormai 170 anni dallo storico debutto veneziano. Rigoletto al Circo Massimo è il primo spettacolo dal vivo andato in scena dopo i mesi di paralisi del settore teatrale a causa del lockdown.
Il giovane regista ha dovuto far fronte alle limitazioni imposte per il contenimento dei contagi, come il rispetto del distanziamento tra gli attori presenti sul palcoscenico, che misura 1500 metri quadrati. Il film è stato presentato anche alla 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma.
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Rigoletto al Circo Massimo: i dettagli del film opera di Michieletto
Rigoletto al Circo Massimo è stato prodotto dal Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con Indigo Film e Rai Cinema. A guidare l’orchestra è il direttore Daniele Gatti, mentre il montaggio è stato affidato ad Andrea Campajola. Tra i principali interpreti vi sono Roberto Frontali, Rosa Feola e Riccardo Zanellato.
Nel film opera l’azione degli attori sul palco viene accompagnata in diretta dalle immagini di un maxischermo, su cui sono proiettate le riprese di alcune steadycam presenti in scena. Il lavoro finale consente una inedita esperienza di fruizione, che permette al telespettatore di entrare nell’opera grazie a una riscrittura caratterizzata da tutti i materiali e i punti di vista a disposizione.
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La regia dinamica e psichedelica di Damiano Michieletto, tra i rappresentanti più interessanti della nuova generazione di registi italiani, offre una contaminazione tra linguaggi differenti, con il fine di restituire uno spettacolo a metà strada tra la rappresentazione dal vivo e quella cinematografica.
“Ho ambientato la storia in un immaginario mondo criminale – ha spiegato il regista – il re di Francia di Victor Hugo diventa qui l’incarnazione di un criminale attorniato dalla sua banda di cortigiani”. E in merito alla messa in scena, ha precisato che “è sempre presente una commistione tra il realismo e una dimensione onirica, sottolineata anche dai filmati in cui vediamo sogni, visioni e flashback del passato”.