La Ragazza di Oslo, la serie tv è di origini norvegesi e si tratta di un thriller che lascia gli spettatori con il fiato sospeso, il nome reale della serie è Bortfort, appartiene ad un genere che ultimante sta emergendo.
Nella serie viene narrata la realtà radicata e senza drammi, questo genere di opera non dirige le emozioni dello spettatore, ma bensì presenta i fatti della storia proprio per quello che sono, la storia viene narrata in maniera naturale, lasciando allo spettatore libertà di scelta e di conclusioni.
Il finale della serie tv ha riunito i pezzi sparsi del puzzle per poi terminare con qualcosa di “agrodolce”. Infatti mentre Pia e Nadav si sono riuniti alle loro famiglie, Yusuf è un ragazzo che vorrà combattere per il suo paese, questa è una buona battaglia per poi intraprendere un viaggio nella disillusione, per poi terminare in modo tragico.
Gli attentati avvenuti a Gaza vengono fermati per 24 ore dal governo israeliano, si cercherà di riunire in sicurezza Pia e Nadav con le loro famiglie, al tempo stesso cercheranno di fare un accordo con Bashir.
Layla nel frattempo avrà registrato un video di Arik che dichiara di voler fermare completamente i bombardamenti, questo ordine gli è stato inviato da Bashir.
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Il pubblico può supporre che sia stata negoziata la pace dell’aera in base agli avvenimenti che sono accaduti durante la serie, nonostante una missione temporanea ha avuto successo, la situazione politica continua ad essere molto difficile, dopo che i giochi di potere hanno avuto la meglio sulla vita delle persone innocenti.
La serie viene narrata e descritta in modo naturale e crudo, c’è bisogno di alcuni episodi prima di entrare nella storia che viene narrata. L’epoca storia è tra il conflitto istraelo-palestinese e uno spettacolo immaginario che purtroppo non spiega nel dettaglio le questioni politiche che affliggono il paese.
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L’unica cosa che accade nella serie di certo è che le famiglie cominciano a riunirsi, questa sarà la prospettiva di un qualcosa di diverso, uno sguardo al futuro, tenendo sempre gli occhi aperti sulle organizzazioni e sulle agende terroristiche che continuano a destare paura nel paese.
In una scena della serie lo stesso personaggio di Karl Bakke dichiara che il terrorista di un uomo è il combattente per la libertà di un altro uomo.
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