La variante Omicron si sta espandendo in modo molto veloce. Sembra però non scalfire l’efficacia dei vaccini, difatti, 9 persone su 10 che hanno contratto la variante presentano sintomi lievi.
La variante Delta sta lasciando spazio a quella Omicron, riscontrata per la prima volta in Botswana e in Sudafrica. Il 26 novembre la variante è stata classificata come “preoccupante” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Adesso, dopo un mese la variante sembra preoccupare meno gli esperti, se all’inizio il dibattito scientifico verteva sulla pericolosità della nuova variante, oggi, i dati sembrano invece confermare un impatto più moderato.
Come spiega il Corriere della Sera, proprio i dati confermano che nell’89% dei casi, se vaccinati, chi ha contratto il virus sviluppa sintomi comuni e di breve durata, come tosse e mal di gola, ma anche febbre. La tesi era già stata portata avanti dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità.
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Rimangono comunque diversi dubbi sulla nuova variante, incognite al vaglio degli scienziati. Omicron, di fatto, sembra avere una maggiore capacità di trasmissione. La sua pericolosità maggiore rispetto alle varianti precedenti non ha al momento prove sufficienti, anzi, come ha spiegato l’Oms sembra meno aggressiva, con sintomi più vicini a quelli di un raffreddore. Questo naturalmente può variare da soggetto a soggetto, non escludendo complicazioni.
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La nuova variante colpisce in prevalenza le vie respiratorie ma non i polmoni e non fa perdere gusto e olfatto. Un’analisi dell’Istituto superiore di sanità ha parlato in Italia di una incidenza di circa il 30%.
Già nel Regno Unito, gli studi sull’azione della nuova variante Omicron, avevano spiegato una diminuzione della capacità protettiva dei vaccini, anche con doppia dose, azione che però non diminuiva per quanto riguarda la protezione dalla malattia grave. Anche gli studi più recenti hanno confermato invece che la dose booster rispristina la capacità protettiva sia dalla malattia lieve che da quella grave.