La leggenda del “Mostro di Firenze” nasce nel 1968 , quando iniziano a morire dei ragazzi, riconducibili tutti ad una sola persona. Il “mostro”, come tutti a quei tempi lo chiamavano, ha creato fino al 1985, un periodo di vera paura nelle strade fiorentine. Per molti avevo il volto di Pietro Pacciani.
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A morire sono state 16 persone tra ragazzi e ragazze, ovvero 8 giovani coppie. Questa sera in prima serata su Rai 2 andrà in onda il documentario che spiega le vicende di quegli anni intitolato “Il Mostro di Firenze. Bugie e verità”.
Per il primo omicidio, quello di Barbara Locci, in prima istanza fu condannato suo marito, Stefano Mele. Il movente per Mele era passionale, dunque secondo gli inquirenti il marito di Barbara l’avrebbe uccisa perché era stato tradito dalla donna. Per gli altri delitti invece furono indagati quelli che nella storia saranno ricordati come i “compagni di merende”, ovvero un gruppo di guardoni di Val di Pesa, un comune della provincia di Firenze.
In particolare colui che fu accusato di essere il “mostro di Firenze” fu Pietro Pacciani, ma fu assolto in appello, e poi trovato morto in circostanze non ben definite. Ad essere condannati in seguito sono stati gli altri componenti del gruppo: Vanni e Lotti. La però ad oggi continua ad essere avvolta da un certo mistero, continuando a evocare dubbi su chi sia o sia stato davvero l’assassino più celebre del capoluogo toscano.
Pietro Pacciani era un umile contadino di Mercatale Val di Pesa, e per molti non poteva essere lui perché le ferite provocate alle vittime potevano essere opera solo di una persona legata al mondo della medicina. Dunque secondo questa ricostruzione dei fatto l’accusa passò al medico Francesco Narducci.
Tuttavia il capro espiatorio per lungo tempo fu comunque Pacciani, anche perchè in passato aveva commesso fatti tremendi, come l‘abuso delle sue figlie e l’uccisione dell’amante di una sua ex fidanzata.
La prova cardine che imputò Pacciani fu il ritrovamento di una lettera anonima nel quale si diceva che i proiettili della pistola usata per uccidere le coppie era sepolta proprio nell’orto di Pacciani. I difensori dell’imputato però rivelarono che furono prove costruite ad arte.
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Molte sono le pellicole cinematografiche ispirate proprio a questa vicenda, una delle quali è Hannibal Lecter, diretto da Thomas Harris. Questa storia continua a riverberare anche a dopo 53 anni per l’efferatezza dei delitti e dalla loro misteriosità, che sono entrate nelle leggende della città.
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