Eliminare la voce del sesso dai documenti ufficiali: la proposta creaa nuove polemiche sul tema sempre caldo
Togliere l’indicazione del genere dai documenti di riconoscimento. La proposta di legge pro-Lgbt fa discutere tutta l’Europa anche se al momento riguarda un solo paese, il Belgio.
L’idea piace anche ad alcuni ministri che hanno apportato il proprio nome alla proposta. Un aspetto importante perché potrebbe aprire la via all’approvazione e dare una svolta dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale che nel 2019 aveva bocciato una legge simile.
L’obiettivo dei promotori è cercare di creare maggiore inclusività. Si era anche pensato di introdurre il genere X oltre a maschioe femmina. La questione trova grande eco nel paese ma fa discutere tutto il vecchio continente, anche il nostro paese.
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Via il sesso dai documenti, il dibattito in Italia
Secondo la giornalista e opinionista Maria Giovanna Maglie, riporta l’AdnKronos, è l’ultimo tassello della “deriva iper-progressista”. Richiama al rispetto delle tradizioni dell’occidente e della sua identità, parlando di reazione per non rimanere passivi.
All’agenzia di stampa arriva anche il commento di Vittorio Sgarbi, il critico letterario ex candidato a sindaco di Roma, leader del movimento Rinascimento. Parla di erosione dei valori cristiani “che fa il paio con quella tentata dalla Commissione Europea sul Natale”.
Di diversa opinione è Vladimir Luxuria che riene inutile l’indicazione del sesso come per l’Agenzia delle Entrate. “e pago le tasse, le pago. Punto. Perché interessa all’Agenzia delle Entrate sapere se sono maschio o femmina”, idem per il voto.
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Sul tema sono intervenuti anche l’attivista Lgbt Marilena Grassadonia e Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia. Idee contrarie su un tema scottante. La questione dell’identità di genere e di tutto ciò che ruota intorno al mondo dei diritti Lgbt, crea sempre polemiche e discussioni come successo di recente per il Disegno di Legge che porta i nome di Alessandro Zan.