Cosa non fanno vedere a Vite al Limite: il famigerato dottor Now finisce sotto accusa per quanto accade nel reality show.
Qualunque cosa si pensi di questo programma, è indubbio che Vite al Limite abbia anche in Italia un vasto successo di pubblico. I fan non amano altro che assistere alle drammatiche trasformazioni delle star dello show mentre lottano per la felicità personale. Il Dr. Younan Nowzaradan, o Dr. Now, come è meglio conosciuto, è la star dello show.
Ma sotto l’apparente patina di facilitare le persone vulnerabili si nasconde un lato oscuro della popolare serie. E in questi hanno il reality ha fatto discutere, soprattutto per quanto accaduto ad alcuni dei suoi protagonisti. Una delle critiche più importanti mosse allo spettacolo sono le affermazioni sulla “grassofobia”.
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Infatti, Vite al Limite alimenta la curiosità del pubblico riguardo alla dipendenza da cibo, usando la malattia come intrattenimento. Secondo alcuni critici del popolare programma, quello che noi vediamo sembra essere la presunzione che il grasso sia intrinsecamente precario e indesiderabile. Ma c’è un altro livello nascosto e molto pericoloso.
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Mentre gli spettatori vedono i pazienti che ricevono cure mediche della massima qualità, molti hanno affermato che le loro esperienze lontano dalle telecamere non potrebbero essere più lontane da quello che la televisione poi trasmette montato. La mente dietro questo reality è il figlio del dottor Now, ovvero Jonathan Nowzaradan. Questi ha realizzato come produttore esecutivo il documentario su Renee Williams.
La mamma più grassa del mondo, come venne ribattezzata, fu la prima “cavia” della famiglia Nowzaradan ed è morta a 30 anni, nel 2007, appena un anno dopo il documentario sulla sua vita. Il giovane Nowzaradan ha quindi realizzato altri format simili e criticato ha replicato sostenendo: “I media possono essere usati per molto di più, per comunicare molte cose buone, per incoraggiare, per ispirare”. Un altro livello è quello tra falso e vero nel reality show: in molti sono convinti che alcuni dei passaggi di Vite al Limite siano costruiti ad arte, se non del tutto menzogneri.
Secondo Christina Phillips, che è apparsa nella seconda stagione, i produttori modificano accuratamente lo spettacolo in base alla loro agenda. Altri protagonisti di Vite al Limite hanno altresì sostenuto di aver subito diversi abusi e diverse sono le denunce alla casa di produzione del reality. Ovviamente, tante sono le esperienze finite in maniera positiva, ma i dubbi sul reality show restano immutati.
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