Fabrizio Piscitelli, la sua morte ha provocato delle polemiche per il divieto del funerale soprattutto dopo le parole dell’ex Questore
Era il capo ultras della Lazio conosciuto con lo pseudonimo di Diabolik. Ucciso il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti di Roma con un colpo di pistola alla nuca, (una modalità che sembra una vera e propria esecuzione), non c’è ancora un colpevole per l’omicidio, nonostante siano passati oltre due anni dai fatti.
Diabolik aveva 53 anni ed era indagato in un’indagine per traffico di droga e il suo assassinio potrebbe essere legato proprio al commercio degli stupefacenti.
Nello scorso maggio Carmine Eposito ha lasciato l’incario di Questore della capitale. Qualche mese dopo il suo insediamente ci fu l’omicidio di Piscitelli e dunque la prima patata bollente.
In un’intervista a Repubblica raccontò un retroscena del funerale che fu vietato. Spiegò che volle evitare la spettacolarizzazione dell’evento perché volevano che “il corpo di Piscitelli potesse essere esposto in una teca di vetro portata a spalla”.
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Fabrizio Piscitelli, i genitori contro il Questore
I genitori risposero all’affermazione dell’ex Questore inviando una nota all’AdnKronos. Spiegarono che non sapevano nulla e che nell’ordinanza in loro possesso “non faceva alcun riferimento a questa surreale e inesistente richiesta”.
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Uno scontro da lontano e verbale quello tra i genitori del capo ultra ed Esposito. Dissero che solo dopo quelle dichirazioni scoprirono perché ci fu il divieto del funerale, per la faccenda dell’esposizione della quale nulla sapevano. “Ci piacerebbe per una volta leggere il rammarico e l’insoddisfazione di non essere riusciti, nel corso di due anni di indagini a scoprire gli assassini di nostro figlio”, aggiunsero.