Il killer della studentessa britannica Meredith Kercher ha parlato per la prima volta: “Ho cercato di salvarla, non di ucciderla”.
Si chiama Rudy Guede, ha 34 anni, e durante un’intervista ad un giornale americano incolpa del delitto della studentessa inglese, Meredith Kercher, uccisa in Italia nel 2007, la sua coinquilina Amanda Knox e l’ex fidanzato Raffaele Sollecito. Guede, uscito in anticipo dal carcere la scorsa settimana in Italia dopo 16 anni di reclusione, ha dichiarato: “Ho le mani sporche di sangue perché ho cercato di salvarla, non di ucciderla”.
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La vita di Meredith è stata stroncata all’età di 21 anni. Originaria di Coulsden, una piccola cittadina al sud-est di Londra, venne ritrovata priva di vita e con la gola tagliata nella sua camera da letto, all’interno della casa che condivideva con altri studenti a Perugia. La studentessa si trovava nel capoluogo umbro in ambito del progetto Erasmus presso l’Università di Perugia.
Guede ha dichiarato che la prima cosa che si sente di dire è che gli dispiace per la loro perdita. “Ho scritto loro una lettera in cui spiego loro quanto mi dispiace“, afferma l’uomo, “ma è troppo tardi per chiedere scusa per non aver fatto abbastanza per salvare Meredith, continua il 34enne.
“La corte ha accettato che ho cercato di salvarla mettendo degli asciugamani sulle sue ferite”, dice giustificandosi Guede, “il tribunale mi ha condannato per complicità in un omicidio semplicemente perché il mio DNA era lì, ma i documenti dicono che non ho inflitto le ferite mortali“. Alla domanda del giornale americano se si riferisse alla Knox e a Sollecito, entrambi scagionati dopo quattro anni di carcere, ha risposto di non voler dire altro se non di ì leggere i documenti.
“Come ti ho detto, dicono che c’erano altri lì e che non ho inflitto le coltellate. Conosco la verità e lei conosce la verità“, afferma Guede, accusando indirettamente la sua ex compagna di appartamento, Amanda Knox, indagata e poi assolta dalla Corte d’assise d’appello nel 2011 per non avere commesso il fatto.
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Per l’omicidio della studentessa Rudy Guede nel 2010 era stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione con rito abbreviato. Il fratello di Meredith, Lyle, riguarda il rilascio dell’assassino di sua sorella ha risposto che sapeva sarebbe successo prima o poi, ma “la mancanza di preavviso ci ha colti alla sprovvista”, afferma con dolore Lyle.