Si aggrava la posizione di Annalucia Cecere, la donna indagata per l’omicidio di Nada Cella. C’è una dichiarazione che la incastra da parte di Soracco, l’ex datore di lavoro della Cella. In più, forse, sono anche spuntante delle tracce del DNA della vittima sul motorino della Cecere. Marco Soracco, intanto, smentisce di aver mai coperto la donna…
Omicidio Nada Cella. Siamo forse giunti a una svolta? Dopo la riapertura dell’inchiesta, grazie al lavoro della giovane criminologa Antonella Pesce Delfino, abbiamo un’indagata: Annalucia Cecere. E su di lei si accumulano tante prove indiziarie. In che modo Annalucia Cecere sia stata coinvolta nella morte di Nada Cella, avvenuta il 6 maggio del 1996, lo spigano gli inquirenti: la Cecere si sarebbe invaghita di Marco Soracco, il commercialista presso il quale la vittima lavorava, e avrebbe dunque ucciso la giovane segretaria di Chiavari per gelosia.
Annalucia Cecere è un ex insegnante. All’epoca della morte di Nada Cella aveva ventotto anni e aveva conosciuto il commercialista Soracco in discoteca, durante delle lezioni di ballo. Avrebbe voluto lavorare per lui, e allontanare Nada Cella (da poco assunta come segretaria nello studio di Soraacco) da quell’ufficio. Annalucia, infatti, vedeva Nada come un rivale. Quest’ultima scottante informazione verrebbe proprio da Soracco. Il commercialista, in questi giorni, pare abbia dichiarato che la Cecere si sia offerta come sostituta di Nada poche ore dopo il delitto…
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A rivelare l’inopportuna proposta dell’indagata a Soracco fu un’amica comune. Ma il commercialista ha spiegato che, al tempo, non prese neppure in considerazione quella richiesta, visto il momento delicato. La Cecere era stata già interrogata dai carabinieri venticinque anni fa. Ci fu pure una breve indagine sul suo conto, ma fu poi prosciolta. Tuttavia, gli inquirenti hanno da poco riaperto il caso. E per prima cosa hanno tirato fuori cinque bottoni (che nel 1996 le avevano sequestrato in casa) dello stesso tipo di quello trovato sporco di sangue sul luogo del delitto nello studio di Chiavari.
In più ci sarebbe la questione del motorino: lo scooter che la Cecere utilizzava nel 1996 e ritrovato parcheggiato nella casa in provincia di Cuneo dove oggi la donna abita…
Alcuni testimoni avrebbero visto la Cecere sotto lo studio del commercialista la mattina dell’omicidio sul suo motorino. Qualcuno l’ha riconosciuta. E ha poi detto ai carabinieri che la Cerere era sporca di sangue, e che stava infilando qualcosa nel baule del ciclomotore. Lo scooter della donna esiste ancora, questo il fatto saliente. E perciò il mezzo è stato sottoposto a sequestro ed è ora sotto analisi. Si cerca qualcosa sotto la sella.
Infatti, in quel punto, ci sarebbero ancora tracce su cui sono previsti accertamenti tecnici non ripetibili. Occorrerà poi estrarre quindi estrarre il DNA da quelle tracce per capire se corrisponde o meno a quello di Nada Cella.
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