Svolta storica in Italia: il Comitato etico delle Marche ha dato il via libera al suicidio assistito di Mario, un uomo di 43 anni tetraplegico e immobilizzato da dieci anni.
L’Associazione Luca Coscioni ha condiviso la notizia: il Comitato Etico della Regione Marche ha dato il via libera al suicidio assistito di Mario, un 43enne tetraplegico e immobilizzato da dieci anni.
Si tratta di un momento storico per il paese: è la prima volta che viene approvato un suicidio assistito in Italia.
Suicidio assistito: il caso di Mario
Mario ha 43 anni, ha lavorato come camionista a Pesaro e, in seguito ad un grave incidente stradale, è rimasto immobilizzato. Sarà il “primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia”, come riferito dall’Associazione Coscioni.
“Mario” è il primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia https://t.co/p4NtpSRJpo #23novembre pic.twitter.com/ok6cLrPe7a
— Associazione Luca Coscioni (@ass_coscioni) November 23, 2021
In seguito alla sentenza del 2019 della Corte Costituzionale riguardo il caso di Dj Fabo, l’Associazione Coscioni ha lottato per l’estensione del suicidio assistito in Italia – per la libertà di poter “scegliere fino alla fine” – nel rispetto delle condizioni indicate dalla Consulta.
Il Comitato etico dell’azienda Asur delle Marche ha confermato che nel caso di Mario esistono i criteri necessari per poter procedere. Ci sono voluti 13 mesi di iter per poter arrivare a questo momento ma, finalmente, il paese ha raggiunto un punto di svolta.
Le condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nella sentenza Cappato-Dj Fabo e che sono state riscontrate dal Comitato etico nel caso di Mario sono quattro, come spiegato da Filomeno Gallo – membro dell’Associazione Coscioni. La vita di Mario dipende dai trattamenti di sostegno vitale e la sua malattia è irreversibile. Inoltre tale condizione è “fonte di sofferenze fisiche o psicologiche” che l’uomo non riesce più a tollerare. Infine, Mario è “pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.
L’ex camionista si è espresso, come riportato dall’Huffpost, dicendo di sentirsi “più leggero” e “svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”. Nonostante la possibilità di recarsi in Svizzera, l’ex camionista ha deciso di restare in Italia e battersi per ottenere un cambiamento.