Va in onda su Raitre in prima serata il documentario C’era una volta Gheddafi, ecco cosa fanno oggi i figli del dittatore libico.
Sono passati 10 anni dalla morte di Muammar Gheddafi e stasera venerdì 19 novembre su Rai3 va in onda in prima serata un documentario prodotto e realizzato da Rai Documentari. Il titolo è “C’era una volta Gheddafi”, ed è scritto e diretto da Luca Lancise ed Emiliano Sacchetti.
Ma chi ha raccolto l’eredità del controverso dittatore libico, che in più occasioni è stato al centro dell’attenzione internazionale? Tra i figli del feroce dittatore, alcuni sono deceduti, come Mutassim, considerato l’erede del padre e morto insieme a lui. Come si ricorderà, il quinto figlio di Gheddafi venne catturato col padre.
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Il dittatore venne linciato sul posto, il suo successore invece venne ucciso da lì a poco: i loro corpi vennero poi mostrati al pubblico nella città di Misurata. Non si sa dove siano sepolti. Mutassim, il figlio del colonnello, è stato noto per la sua relazione con l’attrice italoamericana Vanessa Hessler.
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Che cosa fanno oggi i figli del colonnello Gheddafi?
Saif al-Islam Gheddafi è invece il secondogenito del colonnello e dittatore libico ed è colui che ne ha raccolto dopo la morte l’eredità politica. Condannato alla pena di morte da una corte libica con l’accusa di genocidio nel 2015, l’anno successivo esce dal carcere di Zintan e attualmente viene considerato il leader della resistenza nazionale della Jamāhīriyya libica. Si oppone al Consiglio Nazionale di Transizione e negli anni acquisisce sempre maggiore potere, tant’è che arriva a candidarsi, proprio qualche giorno fa, al ruolo di presidente della Libia.
Sicuramente il più noto tra i figli del colonnello Gheddafi in Italia è Saadi, il quale è di un anno più piccolo di Saif ed è tornato in libertà solo nei mesi scorsi. Il 48enne, in carcere a Tripoli dal 2014, ha lasciato subito il Paese per la Turchia. Saadi Gheddafi, noto per il suo stile di vita da playboy durante la dittatura di suo padre e per essere un calciatore professionista, è fuggito in Niger durante la rivolta sostenuta dalla NATO.
Nel nostro Paese, è noto perché venne acquistato dal Perugia di Gaucci nel 2003: il figlio del dittatore giocò appena 13 minuti contro la Juventus, la sua squadra del cuore, in quella stagione. Passò poi all’Udinese, anche qui giocando una sola volta, infine alla Sampdoria, con la cui maglia non scese mai in campo. Con la squadra dell’Al-Ahly Sports Club, prima di arrivare in Italia, era stato capocannoniere del campionato libico.