Ci sarà anche il 15enne Daniele Falco a Prodigi: ecco chi è il giovanissimo musicista veneto, carriera e da dove proviene.
Torna questa sera in prima serata su Raiuno il talent show Prodigi, una serata in cui arte e solidarietà si mescolano. A condurre il programma, ci sono Gabriele Corsi e Serena Autieri, mentre sul palco si alterneranno tante personalità illustri del terzo settore, ma soprattutto i nove prodigi dell’arte italiana.
Tra questi, c’è l’inconfondibile Daniele Falco, che coi suoi 15 anni è sicuramente uno dei prodigi più anziani di questa edizione e che viene considerato davvero un’eccellenza in campo musicale e artistico in generale. Studente di fagotto al Conservatorio di musica Agostino Steffani di Castelfranco Veneto, è figlio d’arte.
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Infatti, entrambi i genitori di questo ragazzo prodigio sono dei musicisti e lui sta seguendo le loro orme. “Mi ha incuriosito la forma a bazooka”, ha raccontato il ragazzo spiegando la sua scelta di suonare proprio il fagotto. Ma quello per la musica non è l’unico amore di questo adolescente dalle mille risorse.
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Cosa sapere su Daniele Falco, uno dei Prodigi di Raiuno
Daniele Falco, infatti, non nasconde molteplici interessi, frequenta il Liceo linguistico e pratica a livello agonistico Baseball, calcio a 5 e Trail. Si dicono orgogliosi che la scelta di Prodigi sia caduta su un loro studente, in una nota congiunta, Nicola Claudio e Stefano Canazza, Presidente e Direttore del Conservatorio di musica Agostino Steffani.
Nel suo percorso artistico, sicuramente un ruolo fondamentale lo ha giocato il padre, Giuseppe Falco, ex primo oboe alla Scala e oggi docente allo Steffani. Il genitore non solo non nasconde la gioia per il figlio che finisce in televisione, ma sottolinea come ne denota passione e determinazione in scelte anche complesse, come questa.
Massima la soddisfazione da parte del Conservatorio che Daniele Falco frequenta: “E’ bello che il servizio pubblico si faccia vetrina di queste storie, porti nelle case degli Italiani anche il mondo della musica classica e di strumenti che magari vediamo solo in orchestra e poco nella dimensione del solismo”.