Mauro De Mauro, dopo 51 anni riemerge il caso del cronista dell’Ora scomparso a Palermo: tutte le ipotesi degli investigatori
Si tinge ancora più di giallo la scoperta avvenuta nei giorni scorsi in una grotta dell’Etna ma al contempo le indagini vanno verso una direzione.
La Guardia di Finanza ha ritrovato i resti di un uomo che risalgono in un ampio raggio temporale, tra la fine degli anni Settanta e i Novanta. Una pista investigativa che riapre una ferita mai totalmente rimarginata con la storia criminale che ha insanguinato la Sicilia.
Potrebbe trattarsi di ciò che resta del giornalista Mauro De Mauro, ucciso dalla mafia corleonese. La notizia del ritrovamento è stata diffusa mercoledì 10 novembre e quella stesa sera è andata in onda una nuova puntata di Chi l’ha visto. Nel corso della trasmissione è stato fatto il nome del giornalista che è emerso dalle indagini. Di De Mauro non si sa più nulla dal 1970 e da molti era ritenuto un giornalista scomodo al potere mafioso.
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Mauro De Mauro, cos’è stato ritrovato nella grotta
Cosa fa pensare che si potrebbe trattare di lui? Innazitutto le ossa facciali ritrovare presentano una malformazione e De Mauro aveva un problema al setto nasale, così come all’anca.
Ma all’epoca lavorava a Palermo (in caso di omicido, però, si potrebbe pensare che il corpo fu spostato per qualche ignoto motivo a Catania) e non ci sarebbe concordanza con i tempi perché, come detto, i resti ritrovati risalirebbero alla fine del decennio ’70.
Sono però ipotesi e tutto è ancora da verificare. La famiglia del giornalista è stata informata e si procederà con un esame scientifico per confermare o fugare ogni dubbio.
Sono state trovate anche monete in corso tra il 1977 e il 1990, quindi successive alla sparizione del giornalista; è forse stato sequestrato per anni prima di morire?
Era scomparso a settembre ed è quindi difficile pensare che in quel mese avesse con sé il cappello del tipo ritrovato, lana con pon pon. Ma è un’ipotesi che forse gli sia stato fornito per coprirsi dal freddo durante l’eventuale sequestro.
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Nato a Foggia nel 1921 era un giornalista de L’Ora. Quando fu sequestrato sotto la propria abitazione in via della Magnolie, la scomparsa fu messa in relazione ad alcune vicenda sulle quali stava lavorando e che si accingeva a rendere pubbliche: la morte del presidente dell’Eni Enrico Mattei e il golpe Borghese.