Enrico Godano è un ventenne di Cuneo. Gioca a calcio, studia all’università e suona musica hip hop. Non ama la musica rock. Piccolo particolare: suo padre è Cristiano Godano, leader del gruppo noise rock italiano Marlene Kuntz, dagli anni ’90 un’istituzione della scena alternativa del nostro Paese.
Qualche anno fa, Cristiano Godano portò con i suoi Marlene Kuntz una canzone a Sanremo, passata del quasi inosservata: si intitolava “Canzone per un figlio” ed era dedicata a Enrico, allora adolescente. Poi, nel 2020, Godano è uscito con un album solista e un singolo, “Padre e figlio”. Nel video del pezzo appare anche Enrico. Ma cosa ne pensa il ragazzo della musica del genitore famoso?
“Non amo la musica rock”, ha confessato il ragazzo alla Stampa, l’anno scorso. Non è insomma un fan della musica dei Marlene Kuntz. Preferisce il rap e la trap, come molti giovani. Poi, quando il padre gli ha chiesto di comparire nel video della canzone “Padre e figlio”, Enrico ha letto il testo e si è stupito. Credeva di dover affrontare un brano ironico o dissacrante, e invece si è trovato di fronte a una poesia simile a un lamento, molto depressa e cruda.
“Poi ho capito il messaggio, e mi piace… vale per qualsiasi rapporto familiare. Spesso si creano malumori, incomprensioni, scontri”, ha rivelato Enrico. Quel brano, infatti, è stilisticamente simile a una lettera, una confessione tragica che parla di situazioni spiacevoli, attriti fra genitore e figlio, imbarazzi, fragilità. “Ci sono stati sbagli da parte sua e anche da parte mia”, ha spiegato Enrico, riferendosi al padre. “E non ci si capiva”.
Enrico Godano oggi è uno studente universitario in Scienze della Comunicazione. Sembra un ragazzo equilibrato, ma dalla forte personalità.
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Il suo Instagram è abbastanza scarno. Si definisce un musicista, anche se non suona nessuno strumento. Canta. O meglio: rappa.
“Mio padre è un testone, e io sono testone”, così si è espresso il ragazzo. Si sente quindi molto simile al padre, anche se non hanno gli stessi gusti in fatto di musica. A papà Cristiano piacciono Nick Cave, i Sonic Youth, i Nirvana. A Enrico piace il rap, e di chitarre distorte non vuole neanche sentirne in lontananza. Lui adora Eminem, Salmo, Club Dogo…
La musica, però, può essere un buon territorio d’incontro tra padre e figlio. I generi sono diversi, ma l’amore nei confronti della forma d’espressione è simile. Enrico si dice fiero di suo padre, ma non vuole sfruttare quel cognome per trovare agevolazioni.
Lo aspettiamo per conoscere la sua musica, fiduciosi che buon sangue non può mentire.
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