Infortunio durante pausa caffè, la Cassazione dà ragione all’Inal: una dipendente aveva chiesto indennizzo dopo infortunio per andare al bar
È una sentenza destinata a fare storia. Segna un precedente, come si dice in questi casi, e mette in guardia i lavoratori da eventuali vertenze se durante una pausa caffè capita un infortunio.
La Sezione Lavoro della Cassazione ha stabilito che non c’è diritto all’indennizzo per malattia né al riconoscimento di invalidità per i lavoratori che durante l’orario di lavoro, anche su permesso del datore, lasciano momentaneamente la sede per il rito della pausa caffè.
La Suprema Corte ha infatti accettato il ricorso dell’Inail contro un’impiegata della Procura di Firenze che aveva subito la rottura di un polso. Il fatto è successo nel 2010 mentre era di ritorno da un bar vicino all’ufficio dove lavorava. La pausa per il caffè, secondo i giudici, non è un’esigenza legata al lavoro ma una libera scelta.
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Infortunio durante pausa caffè, ricorso vinto dall’Inail: perché
Un caso del genere, dunque, non rientra nell’infortunio sul lavoro e pertanto non c’è alcun diritto all’indennizzo. Dai fatti sono passati undici anni perché l’iter giudiziario è stato completato e l’Inal ha sempre fatto ricorso alle sentenze avverse. Il Tribunale di Firenze e la Corte d’Appello, infatti, avevano dato ragione alla dipendente che quel giorno di luglio era uscita con due colleghe.
Il ricorso della lavoratrice poggiava principalmente sul punto che l’uscita per andare al bar era stata autorizzata da un superiore e sull’assenza all’interno dell’ufficio del servizio bar.
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L’inal, invece, aveva fatto leva per il proprio ricorso sul fatto il caffè non è un “necessario bisogno fisiologico che avrebbero consentito di mantenere la stretta connessione con l’attività lavorativa”.