Pare che siano stati cinque o sei ragazzi di origine magrebina ad aggredirlo e a mandarlo in ospedale. Un calciatore della Primavera del Bologna di diciannove anni è stato pestato nella notte fra sabato e domenica davanti a una discoteca, a Bologna.
Si trovavano in via Maserati, davanti a una famosa discoteca bolognese, il Numa. Un diciannovenne, promessa del calcio (già nel giro della Nazionale) e tesserato nella Primavera del Bologna, è stato inseguito e poi accerchiato da cinque o sei altri ragazzi e preso a calci e pugni.
Finito in ospedale con ventuno giorni di prognosi, il calciatore ha già parlato con le forze dell’ordine per fornire elementi utili all’identificazione degli aggressori.
Il litigio in disco finito in pestaggio
Secondo Il Resto del Carlino, il giovane calciatore era seduto a un tavolo in discoteca. Dei ragazzi magrebini avrebbero iniziato a prenderlo in giro e a bersagliarlo con cubetti di ghiaccio.
A quel punto il diciannovenne ha avvertito la security, e i molesti coetanei sono stati allontanati. Per un po’, tutto è tornato tranquillo, ma il peggio doveva ancora arrivare…
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Infastiditi dalla spiata o dal fatto di aver dovuto abbandonare la discoteca, i ragazzi nordafricani (in realtà non c’è ancora certezza sulla loro nazionalità) hanno atteso il calciatore fuori dal locale.
Appena lo hanno visto uscire sono partiti con spinte e sfottò. Il ragazzo, che attendeva la madre per tornare a casa, è scappato, ma gli aggressori lo hanno inseguito con monopattini e motorini. “Corri più forte se vuoi giocare a calcio!” gli avrebbero gridato, dimostrando di averlo riconosciuto come calciatore.
Il referto della vittima
Il giovane calciatore, di cui non è stato ancora rivelato il nome, è all’Ospedale Maggiore. Prognosi: ventuno giorni. Intanto la polizia ha parlato con il ragazzo e la scientifica ha raccolto prove sul luogo del pestaggio.
Secondo alcune voci, non confermate, il calciatore pestato potrebbe chiamarsi Gabriele. Ma anche in questo caso non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale da parte della polizia.
I cinque o sei aggressori sono per il momento liberi, ma dovrebbero essere già stati identificati, proprio grazie alla lucida testimonianza della vittima.