Una giornalista inviata del programma di Rai 1 “Storie Italiane”, è ha subìto un’aggressione a Torino, mentre documentava lo sgombero dopo il rave party.
Laura Tangherlini, inviata nella città di Torino di “Storie Italiane”, è stata aggredita verbalmente mentre documentava in diretta lo sgombero di un rave party.
La giornalista stava svolgendo un servizio per il programma di Rai 1, ed un partecipante le ha afferrato il microfono insultandola.
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Erano circa le 10 di mattina quando la giornalista Tangherlini stava parlando della responsabilità giuridica di coloro che stavano organizzando il rave party illegale nella città di Torino, precisamente nell’area industriale abbandonata tra Nichelino e Beinasco, che è definita dalla legislatura italiana “invasione di terreni”. Ad un certo punto ad afferrare bruscamente il microfono è un partecipante del rave party che grida: “Tua mamma pu***na”.
Le forze dell’ordine sono intervenute subito per bloccare il soggetto. Pochi istanti dopo però il giovane è tornato a imprecare contro la giornalista, e a sputare verso il cameraman. “È un caso eccezionale – ha sottolineato poco dopo la giornalista. “Ora la situazione qui è calma e nessun altro ci ha aggrediti”, conclude Laura Tangherlini.
Sul suo profilo Twitter (@LTangherlini) la giornalista aggiunge che oltre a insulti e sputi, alla giornalista e al suo cameraman è stata anche rovesciata una bottiglia d’acqua e altri insulti:
Proseguite oggi per oltre 10 ore operazioni di sgombero e identificazione dei partecipanti a rave Torino. Tutto senza disordini tranne qualche isolato episodio di insofferenza verso noi che lo raccontavamo. bottiglia di acqua rovesciata in testa e altri insulti Parte 3 @RaiNews pic.twitter.com/jQTqkWOB8E
— Laura Tangherlini (@LTangherlini) November 2, 2021
I rave party vengono sgomberati dalle forze dell’ordine perchè reputati illegali, in quanto occupano senza permessi spazi comunali. I posti in cui più spesso si organizzano questi tipi di feste sono grandi aree abbandonate delle grandi città, nelle quali i partecipanti si autogestiscono durante la manifestazione musicale. Il party ha ha una durata variabile da una notte fino a più di una settimana, ed è per questo molti dei suoi partecipanti usano sostanze stupefacenti per alterare le loro condizioni fisiche e ballare per più giorni consecutivi.
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Mentre una sentenza del 2015, la giudice Elisabetta Meinardi, ha assolto le quindici persone provenienti da tutta Italia che si erano radunate per un rave party a Castelnuovo di Ceva in provincia di Cuneo. La sentenza infatti afferma che i soggetti non avevano commesso reato perchè avevano esercitarono un diritto garantito dall’articolo 17 della Costituzione, cioè la libertà di riunione.