Ritrovate alcune tracce di DNA del presunto omicidio di Nada Cella avvenuto 25 anni fa. Le prove potrebbero ricondurre al suo datore di lavoro.
Era il 6 maggio 1996 quando è avvenuto l’omicidio di Nada Cella, trovata massacrata a Chiavari, in provincia di Genova, nell’ufficio dove lavorava. La donna era impiegata come segretaria del commercialista Marco Soracco, che fu l’unico indagato. Ma in questi giorni sono state riaperte le indagini, dopo il ritrovo di alcune tracce del DNA, che potrebbero risolvere il caso.
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Il caso è stato poi archiviato dopo l’assoluzione del suo datore di lavoro, poichè non furono trovate prove a sufficienza per imputarlo come omicida di Nada. Soracco viveva con la madre nello stesso palazzo dove aveva lo studio da commercialista e dove lavorava la vittima. Alcuni inquirenti affermano che la madre riuscì a ripulire la scena del crimine ancora prima che la polizia scientifica arrivasse.
La morte di Nada Cella divenne in quegli anni un caso mediatico, e si cercarono molte strade, tra cui anche la possibilità che la donna fosse stata rapita da un clan di rapitori. Ma gli indagati in questo momento sono due: Annalucia Cecere, ex insegnante licenziata per motivi disciplinari, che avrebbe ucciso la vittima in un impeto di gelosia. Secondo Antonella Pesce Delfino, infatti, la criminologa che nel febbraio del 2011 indagò sulla morte di Yara Gambirasio, afferma che Cecere bramasse il lavoro di segretaria di Nada, tanto da ucciderla.
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L’altra persona indagata potrebbe ritornare il datore di lavoro di Nada Cella. E’ stato scoperto infatti che a Marco Soracco e alla madre sarebbero stati rilasciati avvisi di garanzia per false dichiarazioni al pubblico ministero. La prova che potrebbe incastrare uno dei due indagati sarebbero alcuni filamenti di DNA sulla camicetta della ragazza che potrebbero essere sia maschili che femminili, dunque tutte le ipotesi restano ancora aperte.