Festa delle Forze Armate: una volta il 4 novembre era festivo, poi una crisi l’ha cancellato dal calendario
Camminando per le strade delle nostre città siamo abituati a vedere strade che portano nomi di date come 1 maggio o 25 aprile, Feste nazionali. Spesso troviamo anche 4 novembre (o scritto in modo più antico IV novembre), eppure, a differenze degli altri due giorni presi ad esempio, non è festivo.
Oggi ricorre la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e avvengono celebrazioni: questa mattina, infatti, il presidente della Repubblica Mattarella e il Presidente del Consiglio Draghi si sono recati all’Altare della Patria per deporre una corona al Milite Ignoto. Perché oggi è questa ricorrenza?
Chi ha qualche anno in più ricorda che una volta anche il 4 novembre era un giorno festivo. Si commemorava la fine della Prima guerra mondiale nel 1918 e la vittoria sulla Germania e l’impero austro-ungarico. Nei trattati di pace Trieste e Trento furono consegnate all’Italia (motivo per cui anche queste due città non sono rare nella toponomastica), completando il processo di unificazione territoriale e nazionale cominciato nell’800.
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Festa delle Forze Armate, fino a 45 anni fa era una giornata festiva
Il 4 novembre è stato festivo fino al 1976. Dalla fine degli anni ’70 poi si cominciò a parlare di Austerity, un termine all’epoca quasi sconosciuto non solo per tra chi non aveva dmestichezza con l’inglese, ma anche nei contenuti. La crisi petrolifica del 1977 obbligò i governi occidentali a ridisegnare e a misurare le proprie politiche di sviluppo, inarrestabili dalla ricostruzione post-bellica.
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Oggi è rimasta solo una giornata di commemorazioni, ordinaria come tutti i giorni lavorativi. Non è un caso se nelle strade che portano il nome della data odierna sono solitamente vicine ad altre che hanno l’eredità della vittoria della Grande Guerra: spesso si trovano nei pressi vie, corsi e piazze che si chiamano Italia o che hanno il nome di personaggi storici legati all’unità nazionale, Garibaldi e Mazzini. Non è difficile neanche trovare Vittorio Veneto, città che adesso rientra nella provincia di Treviso, il luogo dove ci fu la battaglia finale decisiva per le sorti del conflitto.