Il 4 novembre del 1921 veniva tumulata al Vittoriano di Roma la salma del Milite Ignoto, con l’incredibile atto di coraggio del tenente degli Arditi Augusto Tognasso
Dal 1 al 4 novembre 1921 un commosso corteo funebre attraversò l’Italia da Aquileia a Roma per quello che fu chiamato Il Viaggio dell’Eroe. Il viaggio in treno attraverso l’Italia della salma che da cento anni è tumulata all’Altare della Patria.
Alle 10:36 di cento anni fa, esattamente il 4 novembre 1921, ci concludeva a Piazza Venezia il viaggio dell’eroe. Il percorso in treno da Aquileia, comune friulano tra i più coinvolti nelle battaglie della Prima Guerra Mondiale, e la Capitale
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Il viaggio dell’eroe aveva lo scopo di portare dal Carso al Vittoriano la bara del Milite Ignoto per essere tumulata, in eterno, nel marmo di Roma come omaggio collettivo del Paese ai 650.000 caduti della Grande Guerra.
Un omaggio doveroso, sicuramente tardivo, la guerra era terminata da tre anni, ai milioni di soldati, tra cui un milione di feriti, 23.000 ciechi permanenti, 75.000 storpi e i 12.000 invalidi totali che spediti al fronte dai generali combetterono per l’Indipendenza dell’Italia.
La storia di come nasce il concetto di Milite Ignoto non è molto conosciuta ma ha risvolti a metà tra il il mistico e l’eroico.
Il mistico è rappresentato dalla decisione delle Camere di far scegliere alla Mamma di un caduto la bara del milite da portare a Roma. Il pietoso compito toccò alla signora Maria Bergamas, mamma di un fante di 20 anni disperso, che tra undici bare, senza nome, deposte nel Duomo di Aquileia si inginocchia davanti alla penultima, gridando il nome del figlio e lanciando su di essa il velo nero del lutto.
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L’eroico è rappresentato dal tenente degli Arditi Augusto Tognasso, il militare deputato a scegliere gli undici corpi senza nome rinvenuti sul fronte compreso tra le dalle Cozie e Trieste.
Tognasso una volta completata la sepoltura nel Vittoriano del Milite Ignoto viene affiancato da Re Vittorio Emanuele III di Savoia che gli chiede senza mezzi termini di rivelare da quale fronte proviene il caduto.
E Tognasso, disubbidendo al Capo dello Stato e delle Forze Armate, ma obbedendo al proprio onore rispose senza battere ciglio: “Non posso dirlo, ho dato la mia parola di Ufficiale”. Un segreto che Tognasso ha portato nella tomba.
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