Archiviate le indagini sul poliziotto che sparò e uccise Luigi Caiafa, il 17enne che a Napoli insieme ad un complice stava effettuando una rapina.
Ritorna la storia di Luigi Caiafa, il 17enne ucciso da un poliziotto durante una rapina a Napoli. Ad un anno dalla vicenda, le indagini sul poliziotto sono state archiviate grazie al giudice che ha lavorato nelle indagini preliminari ha accolto la richiesta dei pm, che chiedevano l’archiviazione, ovvero un atto che per la legislazione italiana interrompe un procedimento penale senza che venga formulata un’accusa.
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Il giudice si è avvalso di questa procedura perchè “il poliziotto avrebbe agito per difesa”, in quanto Caiafa stava effettuando una rapina aggravata dall’uso di una pistola – rivelatasi poi un giocattolo. Le persone che conoscevano la vittima parlano di lui come un ragazzo “affettuoso e timido”, queste sono le parole con cui Don Antonio Carbone, parroco di una comunità minorile a Torre Annunziata luogo di origine di Luigi.
Don Carbone poi continua affermando che la fragilità di Luigi Caiafa si è scontrata con quella delle istituzioni, dove non si ha un vero contatto, se non dopo aver commesso reati.
La storia dell’uccisione di Luigi Caiafa
Era il 4 ottobre del 2020 a Napoli, quando il 17enne muore a causa di un proiettile infertogli da un poliziotto durante una rapina. Mentre Luigi Caiafa insieme al suo complice stavano scappando in scooter dal luogo del furto, una pallottola uccide Luigi sul colpo.
Luigi insieme ad un complice erano su uno scooter intenti ad effettuare una rapina quando arrivò una volante della polizia ed iniziò lo scontro a fuoco. Dalla pistola di un poliziotto partì un colpo che stese il giovane Luigi.
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Nella sua città il ragazzo è noto anche per la polemica che è nata dopo la morte, riguardante dei murales che lo ritraevano in giro per la città. Le immagini riprendevano il volto della vittima ma ricordavano anche un ragazzo legato alla criminalità e per questo il Comune di Napoli ha deciso di rimuoverlo.