Falsi Green pass che superano i controlli dell’app ufficiale e si trovano sul web: le ipotesi sull’origine
Falsi ma che funzionano come i veri. I nox vax e i no Green pass, con l’aiuto di chissà quale abile tecnico, hanno messo in giro dei certificati verdi che superano brillantemente i controlli. Raidforums è una piattaforma del dark web e si legge che un polocco vende per la cifra di 300 euro un Green pass intestato ad Adolf Hitler.
Il problema che ora ci si pone sono due: o c’è qualche falla nel sistema di controllo o a monte sono state registrate vaccinazioni in effetti mai avvenute.
Sono almeno due i Green intestati a Hitler che stanno circolando e che superano i controlli dell’app ufficiale VerificaC19. Lo stesso risultato avviene testando il QR Code anche con l’app Greenpass. Dai dati anagrafici emerge che l’intestatario è nato il 1 gennaio 1900 (Hitler nel 1889) e che ha fatto due dosi di vaccino Pfizer in Francia.
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Falsi Green pass: nei controlli non viene richiesto il documento d’identità
Il secondo certificato porta come data di nascita 1930 ed entrambi circolano anche su Telegram. Oltre alle suddette ipotesi (false vaccinazioni o un sistema che in qualche modo riesce ad aggirare il controllo), c’è anche l’ipotesi che qualche hacker sia riuscito ad entrare sistema che produce i certificati, falsandoli ma rendendoli validi.
Try to scan this QR code with the official government APP “Verifica C19”
2/3 pic.twitter.com/2y65c4vsc9
— reversebrain (@reversebrain) October 26, 2021
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Si pone quindi un problema di sicurezza perché così facendo possono andare in giro persone senza vaccino. Ma a sua volta la vicenda riporta al centro un elemento fondamentale nei controlli dei certificati, l’associazione che a questi va fatta dei documenti di riconoscimento. Com’è facile notare, in molte attività dov’è necessario il Green Pass, non si chiede quasi mai il documento di riconoscimento, ritenendo bastevole la spunta verde che appare sullo smartphone.