Etna, violenti boati e nuove emissioni di cenere vulcanica sono state rilevate sul vulcano, il tutto è avvenuto al cratere Sued Est.
Il fenomeno è stato ben visibile a distanza, si è sviluppata una nube contenente le ceneri e sostanze gassose, l’attività rilevata dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia, è stato possibile solo tramite le telecamere termiche.
L’attuale eruzione del vulcano non ha impattato sul normale funzionamento dell’Aeroporto Internazionale Vincenzo Bellini di Catania. Il vulcano è tornato in azione ricoprendo di materiale piroclastico i paesi limitrofi.
L’Osservatorio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta monitorando la situazione per avere una situazione generale della situazione vulcanica.
L’incremento dell’attività stromboliana è dettata dal passaggio di una fontana di lava, l’aumento dell’attività infrasonica è stata rivelata per via dei boati che hanno scosso porte e finestre nella case delle città limitrofi.
Le sorgenti sismiche sono state localizzate a Sud Est proprio nel cratere interessato ad un livello di 3000m sotto il mare, gli ultimi eventi infrasonici sono ricaduti a Sud del cratere Sud Est.
A questo si è aggiunta una nuvolosità inaspettata che sta rendendo le operazioni di pulizia molto più complicate, nei territori limitrofi di Giarre, Archi, Torre Archirafi, Carruba, Altarello, Petrulli, Milo, Fornazzo, Sant’Alfio, Praino, San Giovanni Montebello, Zafferana Etnea-Santa Venerina, Pozzillo, Stazzo e Mangano.
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Una pioggia di cenere vulcanica è piovuta su diversi comuni limitrofi del versante ionico siciliano, i boati sono ancora udibili ed è in corso l’ennesimo evento caratterizzato di lapilli e cenere provocati dall’eruzione.
In passato il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, dichiarò che questo non era un fenomeno sporadico, proprio perché ci sono stati frequenti episodi, i quali non possono essere gestiti come una situazione d’emergenza.
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La Protezione Civile è stata chiamata in causa in passato affinchè possano intervenire in tempo per questi frequenti episodi che hanno caratterizzato la Sicilia da diversi anni.
Il Presidente Musumeci ha richiesto che i fenomeno vengano riconosciuti come calamità nazionale, e possa essere autorizzato un Piano che consenta di dare risposte immediate sia ai sindaci che ai cittadini delle città limitrofi, i quali sono costretti da sempre ad affrontare un’emergenza ormai diventata da qualche mese periodica e in alcuni casi abitudinaria.
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