Il cantautore romagnolo Samuele Bersani annuncia di essere finito sotto ricatto. Gli è stato recapitato un messaggio estorsivo, giunto dalle nebulose profondità del darkweb.
Un gruppo di hacker, che sarebbe entrato in possesso di tutti i suoi dati sensibili, compreso indirizzo di casa, numero di cellulare e IBAN, chiede un riscatto per non diffondere le informazioni.
Qualche giorno fa il gruppo di pirati informatici ha scardinato le difese del server della Siae, la società che tutela i diritti d’autore di musicisti e scrittori, ed è entrato in possesso di numerose informazioni riguardanti artisti famosi.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE –> Hacker colpiscono la Siae e chiedono un riscatto di 3 milioni in bitcoin
Si parla di 60 gigabyte di dati. Da qui la prima tentata estorsione: sono stati chiesti tre milioni in bitcoin per non diffondere al pubblico questi dati, che ineriscono informazioni private e codici finanziari di cantanti, scrittori ed editori.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE –> Albano ricattato: “Dacci i soldi o ti roviniamo”
Musicisti sotto ricatto: non solo Samuele Bersani
Dal ricatto alla Siae, gli harker sono passati all’attacco diretto, contattando specifici artisti. Il primo a essere colpito, o comunque a rivelare il proprio coinvolgimento è Samuele Bersani, a cui sono stati chiesti diecimila euro in bitcoin, per non divulgare i suoi dati: numero di telefono, indirizzo privato, IBAN…
Attacco hacker alla SIAE: sono già partite le indagini
La procura si è già attivata per indagare sui reati ipotizzati. Si parla di accesso abusivo al sistema informatico e tentata estorsione. A coordinare l’azione di polizia è il procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli, un esperto della problematica legata all’hacking informatico.
Bersani, intanto, afferma che non vorrebbe destare troppa attenzione su questo presunto ricatto: spera ancora possa trattarsi di un bluff o di un tentativo di phishing, magari di uno scherzo. “Troppo cerebrale”, viene da commentare, citando l’incipit di una famosa canzone dell’artista. Gli attacchi hacker sono una realtà con cui bisogna fare i conti, ma le società italiane, specie quelle di servizi, sembrano ogni volta cadere dalle nuvole, non educate a proteggersi e a fronteggiare simili insidie.