Lutto nella politica milanese, nella notte è arrivata, improvvisa, la morte di Luigi Amicone, fondatore del settimanale Tempi e già consigliere comunale di Forza Italia.
Nella notte a cavallo tra lunedì 18 e martedì 19 ottobre è morto nella sua casa di Milano, a causa di un malore improvviso, Luigi Amicone uno dei personaggi di spicco della cultura della politica milanese. Aveva 65 anni.
—>>> Leggi anche Colin Powell choc: il politico morto di Covid aveva fatto il vaccino
Luigi Tommaso Amicone, questo il suo nome completo, è stato uno dei promotori del movimento di Don Luigi Giussani Comunione e Liberazione, un movimento che ha segnato tanto parte della politica milanese dalla seconda metà degli Anni Settanti agli Anni Dieci del nuovo Millennio.
La morte di Luigi Amicone
Amicone ci era arrivato da un’esperienza politica diametralmente opposta, quella di Avanguardia Operaia, ma si era calato intensamente nel progetto tanto da diventarne uno degli intellettuali di punta.
E’ sua l’intuizione, nel 1994, di creare il settimanale Tempi, un giornale nel quale fa fruttare in termini di idee e progetti l’esperienza maturata a Il Sabato, la rivista ufficiale di CL in edicola dal 1978 al 1993 e condotta dall’attuale direttore di TgCom24 Paolo Liguori.
Nel 2016 lo sbarco in politica. Amicone si candida con Forza Italia al Consiglio Comunale di Milano e, nonostante la sconfitta del centrodestra contro Beppe Sala, entra a Palazzo Marino. In questi cinque anni prosegue nelle Istituzioni le battaglie politiche ed intellettuali che lo hanno contraddistinto lungo il corso della sua esistenza.
Nel 2018, sempre con Forza Italia, tenta l’assalto al Senato in un collegio dell’Emilia Romagna, ma senza successo. Luigi Amicone si candida anche alle recenti elezioni comunali del capoluogo lombardo raccogliendo 605 preferenze ma non riuscendo a bissare l’elezione del 2016.
E proprio a questo fa riferimento il suo ultimo post Facebook comparso lo scorso 7 ottobre. Un post dove ringrazia “Di cuore i 605 amici senza patria né traini elettorali per aver sostenuto uno di loro” a cui segue un duro atto di accusa al leader della Lega Matteo Salvini “reo” di aver “scambiato Milano per Milano Marittima”