Torna libero Manuel Wilson Reyes l’assassino della contessa Alberica Filo della Torre, l’amaro commento del figlio della vittima Mattei Manfredi.
Uno dei casi più drammatici e controversi, peraltro pregno di errori giudiziari, volge alla fine. Parliamo del cosiddetto delitto dell’Olgiata quello in cui il 10 luglio 1991 perse la vita la Contessa Alberica Filo della Torrre.
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Ci sono voluti undici anni di indagini fallite e di test del DNA eseguiti male per arrivare alla condanna del maggiordomo di casa, il filippino Manuel Winston Reyes. Condanna in primo grado a 24 anni, poi ridotti a 16 ed infine commutati in dieci per buona condotta.
Dal 1 ottobre 2021, dopo dieci anni di galera Reyes torna un uomo libero. In questi anni non ha mai dato o fornito segni di pentimento o di richiesta di perdono alla famiglia. Solo silenzio e sguardo rivolto altrove.
Chi è Manfredi Mattei Filo della Torre: il figlio della Contessa Alberica
Chi invece in questi trenta anni che ci separano dal delitto non ha mai potuto volgere lo sguardo è Manfredi Mattei Filo delle Torre il figlio della contessa e dell’amministratore delegato della Vianini Pietro Mattei.
Nel 1991 Manfredi aveva 9 anni ed è cresciuto di fatto senza la madre. Oggi è un uomo di quasi 40 anni ed è, secondo quanto riporta il suo seguitissimo profilo Linkedin Segretario generale della Fondazione dedicata a mamma Alberica.
Una Fondazione che, come si legge nel sito ufficiale, nasce con l’obbiettivo di ricordare la Contessa. Una struttura che eroga borse di studio al fine di prepare professionisti capaci di sviluppare talento nella investigazione forense e al tempo stesso “sensibilizzare sul tema degli errori giudiziari”.
Manfredi Mattei si occupa anche degli asset e dell’investment management del patrimonio Real Estate di famiglia. Un ruolo di rilievo e responsabilità costruito con perizia e fatica nonostante il dramma che gli ha sconvolto la vita.
Un dramma per l’esito del quale ha dichiarato in una recente intervista al programma di Rai Uno, Storie Italiane: “Provo rabbia e delusione”. Sottolineando di provare un rancora passeggero verso l’assassino ma forte verso la Magistratura che ha gestito in maniera grossolana la vicenda. “Risulta inaccettabile – ha sottolineato con forza Manfredi Mattei – scoprire che le prove erano sul tavolo e nessuno le ha guardate”.