Dagli insulti al tetto del mondo. Sembra la trama di un romanzo ma invece è la storia del campione olimpionico Luigi Busà, simile a tante altre.
Con la vittoria dell’oro nel Karate alle Olimpiadi di Tokyo 2020 è entrato di diritto nello storia dello sport italiano. Il suo nome sarà ricordato come il primo che ha portato a casa l’ambito risultato in questa disciplina che contemporaneamente è stata la medaglia numero 37, agguantando il record di podi dell’Italia nelle Olimpiadi, che invece saranno ricordato per il raggiungimento delle 40 medaglie.
Prima di Tokyo aveva vinto cinque europei e due mondiali. Successi straordinari raggiunti grazie alla volontà di migliorarsi fin da quando era adolescente e all’età di 13 anni pesava 94 Kg.
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Luigi Busà, dagli insulti alla medaglia: “Mangiare mi piace ancora”
Dopo il successo ha raccontato il suo trascorso fatto di bullismo e soprannomi come Gorilla al Corriere della Sera. A tutti i ragazzi in sovrappeso manda in messaggio: la vita non è facile ma non si deve mollare. “Io da piccolo ho subìto insulti, vengo da un paesino del Sud, bellissimo, per carità… Però ce l’ho fatta e se ce l’ho fatta io… “.
Mangiare, ha ammesso, è una cosa che gli piace ancora ma rispettando le regole. È seguito da un nutrizionista ed è riuscito a conciliare il piacere per la buona tavola alla passione per lo sport, portandolo da Avola, dall’entroterra siciliano, al podio più alto dei Giochi Olimpici.
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E per mantenere fede alla passione per il cibo e glorificare il giorno della vittoria alle Olimpiadi che non capita così di frequente, per far festa con la medaglia al collo la sera ha festeggiato con una pizza.