L’ex portavoce del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, fonda un nuovo partito? “Contro!”, la sfida dell’ex grillino.
“Contro! Perché opporsi al governo dell’assembramento”, questo il titolo dell’ultimo libro pubblicato da Alessandro Di Battista lo scorso maggio e che ora potrebbe diventare manifesto politico di un nuovo partito. Questa una delle ipotesi in campo anche in virtù dell’ultimo post di Facebook dell’ex pentastellato.
Come si ricorderà, Di Battista – o Dibba come viene ormai universalmente riconosciuto – uscì dal Movimento 5 Stelle all’epoca dell’ingresso nel governo Draghi, sottolineando il suo “Mai col Pd”, cavallo di battaglia ormai da diversi anni. L’accozzaglia – o “assembramento” come lo ha definito sarcasticamente – di partiti a sostegno di Mario Draghi non gli sono andati a genio e così eccolo pronto a una nuova sfida.
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Una sfida che parte appunto dalle recenti parole su Facebook, in cui l’ex deputato del Movimento 5 Stelle attacca sui recenti fatti avvenuti in piazza e per le strade di Roma: “L’unico argomento è Roberto Fiore, un uomo utile al sistema, un neo-fascista ultra-clericale fuggito a Londra anni fa e protetto dai servizi segreti britannici, e chissà se soltanto da loro”.
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Alessandro Di Battista lo dice a chiare lettere: “Quando è partito il governo Draghi, dopo aver visto la sua composizione, dopo aver registrato le sguaiate grida di giubilo di Confindustria e dopo aver rilevato la fine degli scostamenti di bilancio”, sottolinea che lui “l’autunno caldo”, espressione per molti ormai novecentesca ma estremamente attuale, lo aveva immaginato. Il tema è quello delle disuguaglianze: “Anche a fronte di un prodotto interno lordo in aumento, aumentano le disparità sociali”, secondo Dibba, che mette uno dietro l’altro e uno affianco all’altro tutti i problemi di cui soffre oggi il nostro Paese.
Punta al post-ideologico, l’ex deputato del Movimento 5 Stelle – che godrebbe dell’appoggio dei parlamentari di L’Alternativa c’è, anche loro fuoriusciti dopo l’ok al governo Draghi. Ma nel farlo utilizza temi che dovrebbero essere cari a una certa sinistra di base: dalle delocalizzazioni all’aumento della povertà. Intanto, da Siena parte il suo tour, dopo il flop della lista delle amministrative romane, in appoggio a Virginia Raggi, che si chiamava “Cultura innovazione Roma ecologista” e ha raccolto appena l’un per cento e pochi centesimi.
La nuova sfida parte ora da Siena, riprendendo quelle che furono le parole d’ordine dopo la nascita del governo Draghi: “C’è un’opposizione da costruire” e “Ci sono cose da dire. Scelte politiche da difendere”. Al suo fianco, potrebbe ritrovarsi il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra e l’ex ministro del Sud Barbara Lezzi, altri parlamentari come Pino Cabras e Andrea Colletti o infine Ignazio Corrao, ex capo delegazione del M5s al Parlamento europeo. Aspettiamo solo la prossima mossa.
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