Il colosso dell’ecommerce ha annunciato, attraverso il suo CEO, che applicherà una nuova politica per quanto riguarda una fascia specifica di lavoratori di Amazon. La misura permetterà ad alcuni lavoratori di svolgere il proprio lavoro da remoto e di recarsi in azienda qualora questa lo richiedesse. Amazon segue così le orme di altre grandi aziende, che hanno scelto la via dello smart working a tempo indeterminato, come Microsoft, che ha recentemente rinviato il rientro negli uffici per alcuni dipendenti. Non mancano però le critiche, da parte di chi crede che il sistema, nel suo complesso possa essere dannoso per l’economia.
Amazon ha annunciato che lo smart working entrerà a far parte dell’azienda in modo definitivo. Il lavoro da remoto passerà così a diventare parte integrante delle politiche lavorative dell’ecommerce, anche se la misura abbraccia solo una parte di dipendenti che, in ogni caso, se l’azienda lo richiedesse, dovranno recarsi presso gli uffici. L’annuncio è arrivato dalla stessa azienda, attraverso la voce del su CEO, Andy Jassy. Amazon, capovolge così, in parte, la precedente misura che avrebbe visto i lavoratori in questione recarsi in ufficio minimo tre volte a settimana.
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La Stampa, riprendendo la notizia annunciata dal The Seattle Times, ha spiegato che il messaggio inviato dal CEO di Amazon ha comunicato ai dipendenti il fatto che alcuni “team” lavoreranno da remoto, altri in modalità mista e che, ci sarà anche la possibilità di scegliere se recarsi in ufficio. Naturalmente e per forza di cose, la misura abbraccerà solo una parte di dipendenti, poiché, su un milione di lavoratori di Amazon in tutto il mondo, la maggior parte ricopre ruoli nel settore logistico. La misura sarà invece più impattante per i 50mila lavoratori a Seattle, perlopiù tecnici e funzionari presso gli uffici.
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Misure di questo tipo hanno però generato anche giudizi negativi, in quanto molti credono che l’assenza dei dipendenti sul luogo di lavoro possa danneggiare i commercianti, in particolar modo il settore della ristorazione e annulla i rapporti sociali sul lavoro. Una questione sollevata già durante le fasi dei vari lockdown. Altri invece, credono che pratiche del genere spingono i lavoratori ad avere una maggiore efficacia produttiva durante le ore di lavoro, una linea presente soprattutto nei paesi del Nord Europa.
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