Scatta l’allarme di Gran Bretagna e Stati Uniti sul rischio attentati in Afghanistan, in particolar modo nelle strutture di soggiorno. I due paesi hanno diramato due note, distinte, avvertendo le strutture e i loro concittadini presenti nel paese dell’Asia meridionale.
In modo simultaneo, Usa e Regno Unito hanno diramato una allerta ai loro cittadini presenti in Afghanistan. La comunicazione è stata inviata anche agli alberghi – come spiega Rai News, le segnalazioni indicherebbero un livello particolare di rischio presso l’hotel Serena: si tratta di una struttura frequentata da molti stranieri, un albergo lussuoso, indicato come luogo a rischio attentati. Al momento non si conoscono altri dettagli, nonché il consiglio di evitare di gravitare intorno ai luoghi indicati come possibili obiettivi.
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Una nota pubblicata dal Foreign Office, un dicastero del ministero degli Affari Esteri del Regno Unito, si legge che “A causa dell’aumento dei rischi si consiglia di non soggiornare in hotel” nella città di Kabul, la nota evidenzia soprattutto i rischi per l’hotel Serena. Allo stesso modo, il Dipartimento di Stato Usa ha lanciato un’altra nota, avvisando i cittadini americani di non soggiornare nelle zone indicate e di allontanarsi dalla zona, a “causa di minacce alla sicurezza”.
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Intanto, a Doha, sono in corso i colloqui tra gli Stati Uniti e i talebani. In tal senso gli USA hanno più volte ribadito che giudicheranno le azioni dei talebani e non le promesse da loro fatte. In una nota, gli Stati Uniti hanno spiegato che la delegazione “si è concentrata sulle preoccupazioni relative alla sicurezza e al terrorismo, su un transito sicuro per i cittadini statunitensi e gli altri cittadini stranieri e i nostri partner afghani, così come sui diritti umani”. Ed è proprio sui diritti umani che le promesse dei talebani sembrano assumere una devianza tangibile. Gli episodi dell’esclusione da alcuni gradi d’istruzione delle donne e la persecuzione delle giudici hanno sollevato in Afghanistan molti dubbi – così come il trattamento ricevuto da diversi giornalisti e dai mezzi di informazione.