Il premio Nobel per la Pace è stato assegnato a due giornalisti: Maria Ressa e Dmitry Muratov, ecco le motivazioni.
Il Premio Nobel per la pace è stato assegnato ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione nelle Filippine e in Russia. L’Accademia dunque ha scelto: dopo la decisione di assegnare il Nobel per la letteratura allo scrittore Abdulrazak Gurnah, considerato voce dei rifugiati, adesso arriva un’altra premiazione che sicuramente sarà molto apprezzata dall’opinione pubblica.
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Ma chi sono i due vincitori del Premio Nobel per la Pace? La Ressa è l’amministratrice delegata di Rappler, una testata giornalistica critica del regime del presidente filippino Rodrigo Duterte, mentre Muratov è a capo del quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta. Due giornalisti, dunque, che ogni giorni devono avere a che fare con la lotta per la libertà di espressione in due Paesi dove il tema è di strettissima attualità.
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Il giornalismo libero, indipendente e basato sui fatti serve a proteggere dall’abuso di potere, dalle bugie e dalla propaganda di guerra”, ha detto Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato norvegese per il Nobel, annunciando il premio che viene proclamato a Oslo e non a Stoccolma come avviene per il Nobel assegnato alla letteratura. Reiss-Andersen ha aggiunto che la scelta del comitato “ha lo scopo di sottolineare l’importanza di proteggere e difendere questi diritti fondamentali”.
Ressa diventa la prima donna a ricevere un premio Nobel quest’anno. I premi in medicina, fisica, chimica e letteratura sono stati assegnati all’inizio di questa settimana. Tra i premi Nobel per la Pace, ricordiamo Nelson Mandela, Martin Luther King, Jr., il dissidente polacco Lech Walesa, l’ultimo leader dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbachev, Yasser Aragat, Simon Peres e Yitzhak Rabin. Due soli i giornalisti: Alfred Hermann Fried, il quale ebbe un ruolo importante nella diffusione dell’esperanto, proclamato nel 1911, e Carl von Ossietzky giornalista dissidente del nazismo, che ricevette il Nobel nel 1935 mentre era in carcere, dove morì tre anni dopo.
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