Cosa sapere su Michela Marzano: chi è la scrittrice ed ex deputata, perché ha lasciato la politica e il Partito Democratico.
Scrittrice molto amata, accademica e saggista, Michela Marzano è nata nel 1970 e ha studiato all’Università di Pisa, quindi alla Scuola normale superiore. In seguito al conseguimento del perfezionamento in filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, si specializza in Bioetica alla Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. La donna – sempre molto giovane – è diventata docente all’Università di Parigi V.
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Qui tuttora insegna e in passato ha diretto il Dipartimento di scienze sociali della Sorbona. Ha scritto saggi e articoli per numerose riviste di filosofia morale e politica, quindi nel 2007 ha curato il Dictionnaire du corps. I suoi studi e scritti vertono in particolare sul posto che occupa al giorno d’oggi l’essere umano, definito come essere carnale, partendo dall’analisi della fragilità della condizione umana.
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Dai saggi alla politica: la parabola nel Pd di Michela Marzano
Scrittrice molto sensibile e amata da un vasto pubblico attento a tematiche civili e sociali, ha ottenuto per i suoi scritti diversi riconoscimenti. In particolare, ha vinto il premio letterario Bancarella nel 2015, grazie al saggio L’amore è tutto. È tutto ciò che so dell’amore edito da UTET. Ma la scrittrice ha avuto anche un controverso passaggio politico, che ha fatto discutere: alle elezioni politiche italiane del 2013 è diventata infatti deputata nelle liste del Partito Democratico.
Già due anni dopo va in disaccordo col suo gruppo e non vota l’Italicum, la nuova legge elettorale, ma è a febbraio 2016 che avviene lo strappo. Michela Marzano, infatti, pubblicamente dichiara che se la legge sulle unioni civili fosse senza la norma sull’adozione del figlio del partner di coppie omosessuali, sarebbe uscita dal Partito Democratico. Cosa che puntualmente avviene qualche settimana dopo, sebbene la scrittrice abbia poi continuato a sostenere la maggioranza e abbia poi aderito a una corrente del Gruppo Misto socialista e liberale. Nel 2018, non si ricandida e termina così la sua esperienza politica. Attualmente collabora con La Stampa, dopo un passaggio a Repubblica.