Nelle scorse ore ila testata giornalistica online Fanpage ha realizzato un’inchiesta su alcune ipotesi di finanziamenti illeciti e riciclaggio da parte dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia (@FratellidItalia) Carlo Fidanza, e un militante di estrema destra Roberto Jonghi Lavarini, chiamato il ‘Barone nero’. Gli illeciti sarebbero stati fatti finanziare la campagna elettorale di Fratelli d’Italia nella sede milanese. La polizia della Guardia di Finanzia ha perquisito l’abitazione ma anche altri luoghi osseduti da Jonghi Lavarini, nei quali ha sequestrato materiale informatico che potrebbe essere fondamentale per le indagini.
Non è stata perquisita invece l’abitazione dell’europarlamentare Fidanza, il quale però si è sospeso preventivamente da membro del suo partito subito dopo che l’inchiesta di Fanpage è arrivata all’opinione pubblica. I pubblici ministeri Piero Basilone e Giovanni Polizzi, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, hanno aperto un fascicolo d’indagine con le ipotesi di reato di finanziamento illecito e riciclaggio.
Carlo Fidanza afferma di non aver appreso dal suo legale di essere indagato per quei reati, ma dagli organi di stampa. Al momento però l’europarlamentare non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito alle accuse fatte a lui. Per questo Fidanza si dichiara “sereno e ovviamente a disposizione della Procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda”, conclude l’ex Fdl.
Un giornalista sotto copertura di Fanpage ha consegnato alla procura il filmato integrale con le registrazioni incriminanti di oltre 100 ore. Il giornalista ha finto di essere un imprenditore interessato a finanziare la campagna elettorale dei candidati del partito di Giorgia Meloni. In questi dialoghi Jonghi e Fidanza spiegano un presunto sistema di “lavanderia” per pulire soldi versati in nero che loro chiamano in codice il “black”.
Nel video sono presenti espliciti riferimenti a Hitler, battute razziste e fasciste. Infine nelle immagini si vede come i due si salutano tenendo il braccio destro teso, come a voler imitare il saluto romano, punito in Italia dalla famosa “Legge Scelba”, promulgata nel 1952, e chi compie tale può essere punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da 200 euro a 500 euro. La legge è stata successivamente rivista con una sentenza della Corte di cassazione nel 2018 la quale ha sancito che il saluto romano non costituisce reato però se compiuto come “atto commemorativo”
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Lavarini è conosciuto per essere un fedele estremista di destra. Per la sua credenza politica nel giugno 2020 è stato condannato in primo grado con l’accusa di apologia del fascismo. Il tribunale gli ha contestato una serie di dichiarazioni in tv nel quale il “Barone Nero” ha ricordato il fascismo come “un grande periodo di civiltà, benessere, di modernizzazione, di riforme economiche sociali e di grandi infrastrutture”. Poi arrivò a dire che “l’unico errore vero di Mussolini” era stato quello di essere “troppo buono”. Infine nell’intervista televisiva affermò di aver insegnato alle figlie il saluto romano perché “solare, bello e igienico”.
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