Sono ancora molti i dubbi sulla morte di Alessio Gaspari, membro dell’equipaggio di una nave da crociera, a “Le Iene” parla la sorella del ragazzo.
Alessio Gasparri sparisce nel mare della Danimarca. nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2021. A parlare in un’intervista de “Le Iene” è proprio la sorella: “Alessio da sempre aveva questo grande sogno navigare, non ha avuto mai un dubbio. Si è iscritto all’istituto nautico si è diplomato e ha iniziato l’accademia. Non avrei mai pensato che il suo sogno poi diventasse il nostro incubo”.
Alessio infatti muore nella notte nel gennaio scorso, ma capire come e soprattutto perché sia morto è estremamente difficile. Una ragione è che in mare le leggi sono diverse da quelle che ci sono sulla terraferma, e un pò perchè, secondo la famiglia, la compagnia di navigazione avrebbe gestito la cosa in modo scorretto. La sorella Sintia Gaspari racconta del momento in cui hanno appreso la notizia: “Era ora di cena, mi chiama mia mamma e mi dice ‘vieni immediatamente a casa Alessio è scomparso dalla nave’, non in questi termini lei era sconvolta”. La ricostruzione che le due donne hanno avuto dall’equipaggio è che Alessio era a bordo la sera del 20 dopodiché nessuno l’ha più visto. Infatti il 21 mattina quando non si era presentato i suoi colleghi lo hanno chiamato con degli altoparlanti, ma non rispondeva. Nessuna traccia del ragazzo in cabina, ma nel frattempo la security aveva trovato i suoi effetti personali in un ponte di ormeggio, dove la grata di sicurezza era aperta. Dunque tutti gli indizi facevano pensare a un gesto estremo.
La sorella di Alessio però è sicura ancora oggi che lui era felice della sua vita e non si sarebbe mai suicidato. Sinti racconta di come era contento del suo lavoro e dei suoi nipoti, e anche i suoi amici dicono lo stesso. La donna racconta che proprio la sera del 21 Alessio gli manda un messaggio nel quale scrive che sarebbe ritornato qualche giorno dopo, “il tempo di fare il tampone e sono in Italia”, insomma appare piuttosto inverosimile che un ragazzo ben voluto da tutti felice della sua vita e in procinto di riabbracciare la famiglia che non vedeva da mesi, decide improvvisamente di suicidarsi. Addirittura Sinti ricorda che Alessio si era spedito un regalo di Natale oltre a quelli mandati per la sua famiglia.
Tanti dettagli che non tornano, a partire dal luogo in cui – secondo la ricostruzione della compagnia – Alessio si sia tolto la vita. Le prove riconducono il posto della morte del ragazzo in un locale tecnico situato al ponte 4 della nave, e dove sarebbe andato dopo aver lasciato il bar in cui stava festeggiando al ponte 12. Lungo il tragitto però – come risulta dai sistemi di bordo – si sarebbe fermato qualche minuto nella sua cabina al ponte 8. In tutto avrebbe fatto circa 250 metri di nave per andare in un ponte di ormeggio alto solo 4 m per aspettare 4-5 ore di morire di freddo. La ricostruzione è strana dal momento in cui Alessio Gaspari aveva una cabina con balcone all’ottavo piano della nave, dunque se si sarebbe voluto suicidare l’avrebbe fatto da li, afferma la sorella.
La compagnia nautica è ancora convinta che Alessio (@ale95gi) si sia suicidato, mentre la famiglia pensa ad altre ipotesi, come una bravata finita male, l’aver assunto qualche sostanza stupefacente o un regolamento di conti. Inoltre un dettaglio importante per la vicenda sono le telecamere di sorveglianza. L’equipaggio afferma che nella nave le telecamere erano spente a causa di un attacco hacker, dunque è impossibile risalire dalle immagini quello che è successo quella notte.
A questo punto Sinti e il fratello Simone chiedono di poter vedere con i loro occhi gli ultimi luoghi in cui è stato il fratello e di parlare con i suoi colleghi. La compagnia in un primo momento non ha fatto problemi nell’accogliere i familiari della vittima. Ancora prima che Simone raggiunga l’aeroporto però riceve una telefonata in cui gli si dice che lo psicologo di bordo ha intervistato i membri dell’equipaggio e li ha dichiarati troppo scossi per incontrare Simone e la moglie.
Il fratello però non demorde e parte comunque per la Danimarca, ma l’unica cosa che ottiene dalla compagnia e la restituzione degli effetti personali di suo fratello. Un ultimo tassello oscuro è il ruolo che la polizia ha in questa vicenda. Gli inquirenti italiani aprono un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, ma non possono salire a bordo per indagare perchè spetta alla polizia della Danimarca dal momento in cui la nave si trova nelle loro acque.
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Le forze dell’ordine danesi però non hanno mai avuto intenzione di indagare sulla vicenda perchè hanno preso per buona la teoria che Alessio si sia suicidato. In una registrazione fatta dal fratello di Alessio uno dei due poliziotti danesi afferma che nessuna analisi è stata fatta sulla nave, nessuna presa delle impronte, nessuna lista dell’equipaggio. Infine il poliziotto ammette che la cabina non è stata chiusa per effettuare nessuna indagine quindi chiunque può entrare per inquinare la scena. Quello che possono fare – a detta del poliziotto danese- è solo aspettare che dal mare ritorni il corpo esanime di Alessio.
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