Non solo luce, riscaldamento e benzina, la stangata di autunno colpisce anche i possessori delle auto a metano: il motivo del folle aumento del prezzo alla pompa
Il campanello di allarme è scattato a fine agosto quando il Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha rivelato che per l’autunno sono previsti rincari del costo delle bollette di gas e luce fino al 40%.
Ma in realtà di questo drammatico stato di cose gli automobilisti se ne erano accorti da tempo. Il prezzo della benzina normale e di quella diesel, alla pompa, è ai livelli del 2014 e da qualche giorni si assiste anche ad una folle e clamorosa salita del prezzo del metano per auto.
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Fare un pieno in alcune zone di Italia costa il doppio di un anno fa. I motivi li spiega in una intervista rilasciata a Quotidiano.net il direttore dell’azienda di distribuzione SprintGas una delle principali del Paese.
“Dall’inizio dell’anno – spiega Massimo Monti – il costo della materia prima è più che triplicato”. L’esempio pratico è che il costo al chilo è passato da 0,90 a 1,10. Considerando un pieno medio di 15 chili si passa, in meno di dieci giorni, da 18 a 22 euro. Un aumento di oltre il 20%.
Per non tacere del fatto che per compensare questo aumento il prezzo reale dovrebbe essere di almeno 2 euro al chilo. Prezzo che, come dimostra la foto a corredo dell’articolo, è già attivo in diverse parti di Italia. In quel caso si passa a 30-33 euro per un pieno. Praticamente il doppio rispetto a metà agosto.
Questo fattore rischia davvero di essere una bomba sociale ed economica sulla ripresa dell’Italia. Cosi come si rischiano scene simili all’Inghilterra dove per tacitare la situazione e distribuire la benzina è dovuto intervenire l’Esercito.
In tal senso la Federmetano, la Federazione Nazionale dei Distributori e Trasportatori di metano, ossia l’associazione di categoria degli impianti per la distribuzione, lancia un’allarme fortissimo: “L’aumento dei prezzi di mercato del gas ha spinto il suo valore verso cifre che nessuno avrebbe mai immaginato” scrive la federazione in una nota di stampa.
E sottolinea che pur trattandosi di una anomalia “il prezzo medio annuale del gas si è sempre attestato intorno ai 24,50 cents/smc” fino all’auspicato rientro nei limiti rischia di pesare tantissimo.
Le cifre, anche in questo caso, spiegano meglio di tutto lo stato dell’arte. In Italia dal 2019 ad oggi si è passati da 1.071.000 veicoli a metano a 1.088.000. Fedemetano per calmierare i prezzi propone un rimedio molto netto, portare l’iva sul prodotto dal 22% al 5%. La stessa misura prevista nel decreto salva-bollette.
Spieghiamo infine i motivi del clamoroso. Tre le cause principali: i bassi livelli di stoccaggio, la ripresa economica in Asia che aumenta i consumi e la richiesta ed il taglio alle forniture della Russia verso l’Europa. Taglio causate da un lato da manutenzioni programmate e dall’altro da tensioni politiche. Occorre fare presto, occorre fare bene.
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