Facebook avrebbe modificato l’algoritmo dopo le elezioni americane del 2020, sostiene l’ex dipendente Frances Haugen
Arrivano delle nuove e pesanti accuse nei confronti di Facebook. Questa volta non si parla di privacy ma di aver favorito la diffusione dell’odio online. A puntare il dito è Frances Haugen, ex dipendente di 37 anni che in un’intervista a 60 minutes della Cbs ha detto di aver fatto denunce alla Sec, la Consob degli Usa, dove si accusava il social di Mark Zuckerberg di aver nascosto le sue ricerche e i suoi studi in merito.
Laureata ad Harvard in ingegneria informatica e assunta nel 2019, la giovane ha spiegato che dopo le elezioni presidenziali in America del 2020, qualcosa è cambiato negli algoritmi, rendendo il social meno sicuri dai messaggi che incitano all’odio e alla disinformazione sulle elezioni per la Casa bianca.
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Facebook rigetta le accuse: “Fuorvianti”
Frances Haugen accusa pesantemente Facebook di aver contribuito con l’allentamento della censura all’assalto del 6 gennaio scorso. I documenti raccolti sono anche stati dati al Wall Street Journal. Il materiale sarebbe abbastanza inequivocabile e anche la mole sarebbe considerevole “in modo che nessuno potesse mettere in dubbio che era reale”, ha affermato.
La decisione di intraprendere questa strada, ha raccontato, è arrivata quando a causa delle teorie cospirazioniste che circolano sul web ha perso una persona cara. Domani la Haugen sarà anche ascoltata dal Congresso.
Facebook avrebbe quindi preferito i propri interessi a scapito di ciò che è meglio per il pubblico. “Facebook amplifica il peggio degli esseri umani“, ha affermato, ed è un atteggiamento che si è allargato anche su Instagram.
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L’azienda respinge ogni tipo di accusa. Con una lettera scritta da Nick Clegg, vicepresidente per gli Affari Globali, le accuse vengono definite false e fuorvianti sostenendo, al contrario, che l’azienda continua la sua politica che va nel senso opposto con “miglioramenti per contrastare la diffusione di disinformazione e contenuti che possano danneggiare le persone”.