Il caso di Minnie Minoprio, il caso del balletto della donna finito in Parlamento negli anni Settanta: “Bacchettoni”.
Nata nel Regno Unito ma naturalizzata italiana, Minnie Minoprio, pseudonimo di Virginia Anne Minoprio, è da qualche tempo uno dei cosiddetti ‘affetti stabili’ della trasmissione di Raiuno, Oggi è un altro giorno, condotta da Serena Bortone. Come si ricorderà, la donna da qualche tempo era sparita dalla televisione, dopo aver raggiunto un successo gigantesco negli anni Settanta, in particolare.
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Nel 1959 fu notata da Walter Chiari e Lelio Luttazzi, che la vollero nella rivista Io e la margherita. Avviò così una serie di collaborazioni in tantissimi programmi televisivi e in Italia conobbe l’amore. Il suo primo marito fu Giorgio Ammanniti, una relazione troncata nel 1973. La donna comunque è anche molto amata nel nostro Paese, nonostante appunto per lungo tempo sia stata lontana dal mondo dello spettacolo.
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Perché un balletto di Minnie Minoprio finì in Parlamento
Ma quasi tutti ricordano cosa successe all’inizio degli anni Settanta, quando la donna – all’epoca sulla cresta dell’onda – apparve nella sigla di coda di “Speciale per noi”, ballando sul brano di Fred Bongusto dal titolo “Quando mi dici così”. Quel balletto, incredibile a dirsi, fu oggetto addirittura di un’interrogazione parlamentare. La donna in una recente intervista ha bollato come “bacchettoni” coloro che all’epoca sostennero l’interrogazione in Parlamento per quanto accaduto.
In un’intervista di qualche anno fa, Minnie Minoprio ha evidenziato: “Quella sigla famosa venne considerata troppo sexy, con le gambe di fuori, troppo ancheggiante… Troppo sexy e quindi turbava troppo gli italiani. Raccontate oggi queste cose fanno ridere…”. Senza dubbio, erano altri tempi e la tv aveva un’altra dimensione, ma la vicenda di Minnie Minoprio è emblematica di come anche e soprattutto allora certi episodi in tv erano oggetto di dura censura.